Presto, gli interessati all’Assegno di Inclusione riceveranno la seconda mensilità del 2025. Dopo gennaio, dunque, arriva febbraio per una misura che ormai è a regime e ha superato il giro di boa del suo primo anno di funzionamento. Per la prima volta, però, con la ricarica di febbraio, i beneficiari della prestazione si troveranno a fare i conti con novità destinate a durare per tutto l’anno. Tra arretrati, mesi senza ricarica e variazioni di importo, ecco cosa accadrà a chi usufruisce della prestazione.
Assegno di Inclusione a febbraio, a chi spettano gli arretrati e i cambi di importo
È in arrivo la seconda ricarica 2025 dell’Assegno di Inclusione.
Alcuni utenti sono a credito con l’INPS e, di conseguenza, a febbraio potrebbero ricevere, oltre alla ricarica mensile, anche gli arretrati di gennaio. Altri, invece, si vedranno erogare importi differenti rispetto al solito. Va detto che, già a gennaio, gli importi erano diversi rispetto a dicembre 2024 a causa dell’aumento introdotto dal governo.
Adesso, tuttavia, le variazioni interesseranno i beneficiari che, alla luce del nuovo ISEE, si vedranno ricalcolare la prestazione dall’INPS. Infine, ma non a febbraio, c’è chi nel corso del 2025 non riceverà alcuna ricarica in determinati mesi. Procediamo con ordine e analizziamo tutte queste novità, prima del consueto 26/27 del mese in cui avvengono i pagamenti.
A febbraio cambiano gli importi dell’Assegno di Inclusione, ecco perché
Per la mensilità di febbraio, l’INPS aggiornerà automaticamente le condizioni dei nuclei familiari, aspetto che a gennaio non è stato effettuato. In effetti, a gennaio si applica la salvaguardia della prestazione, poiché molti cittadini non hanno ancora a disposizione il nuovo ISEE e, di conseguenza, siano considerate le condizioni dell’ISEE 2024.
Per questo motivo, chi nel 2024 aveva percepito a dicembre 500 euro, ha ottenuto a gennaio 541 euro, ossia la nuova cifra riservata a un singolo senza altri redditi nel 2025, al lordo degli aumenti previsti dalla Legge di Bilancio.
A febbraio, quindi, l’INPS utilizzerà il nuovo ISEE 2025 per calcolare l’importo della prestazione. Questo comporterà variazioni degli importi per chi, tra ISEE 2024 e ISEE 2025, presenta cambiamenti dell’indicatore, oppure per chi ha registrato differenze nei redditi o nei patrimoni da un anno all’altro. È bene ricordare che l’ISEE 2025 fa riferimento a redditi e patrimoni del 2023, mentre l’ISEE 2024 si basa sui redditi e patrimoni del 2022.
Molti non prenderanno 12 mesi di sussidio nel 2025, ecco il motivo
Chi, ad esempio, a gennaio ha percepito importi inferiori rispetto a quelli spettanti in base al nuovo ISEE, dovrebbe ricevere gli arretrati. Usiamo il condizionale perché, in passato, alcune segnalazioni ricevute (anche quando era in vigore il Reddito di Cittadinanza) hanno mostrato che, talvolta, il pagamento sotto forma di arretrati non si concretizza.
Su questo punto saremo più precisi non appena l’INPS confermerà l’erogazione di febbraio agli utenti e inseririrà i dettagli nell’area riservata dei cittadini.
Infine, occorre sottolineare cosa accadrà a chi sta già percependo l’Assegno di Inclusione da diversi mesi.
A febbraio, chi ne ha ancora diritto lo riceverà regolarmente. Ma è bene prestare attenzione alla regola dei 18 mesi. Infatti, come già accadeva per il Reddito di Cittadinanza, alla fine dei 18 mesi c’è un mese di stop, dedicato alla presentazione di una nuova domanda.
Chi ha percepito il sussidio per 18 mesi, infatti, deve inoltrare domanda per ottenere altri 12 mesi di beneficio. Ma con una pausa tra il primo periodo e il successivo. In termini pratici, nel 2025, c’è chi percepirà solo 11 mesi di Assegno di Inclusione anziché 12.
Potete fornirmi gli estremi della sentenza a cui fate riferimento nell’articolo ? non riesco a trovarla.
E’ ANNI CHE SI PARLA DI AUMENTARE LE MINIME, MA NON AVVIENE
MAI NULLA. SI CONTINUA CON AUMENTI RIDICOLI
LA SPESA ALIMENTARE AUMENTA, MEDICINE IDEM, MENTRE INVECE
LE BOLLETTE SONO STRATOSFERICHE
QUALCUNO SI METTERA’ LA MANO SULLA COSCIENZA?
NO, NON AVVERRA’ MAI, LA PREOCCUPAZIONE DEL GOVERNO E’
SOLO DI AUMENTARSI I PROPI STIPENDI