Numerosi beneficiari dell’Assegno di inclusione hanno visto la loro domanda passare dallo stato di accolta allo stato di sospesa per accertamenti nel mese di ottobre.
In pratica, questi soggetti non hanno percepito la classica ricarica mensile dell’Assegno di inclusione, indipendentemente dall’importo percepito o dal numero dei componenti del nucleo familiare o altri fattori.
La sospensione nasce da un inadempimento su cui c’è parecchia disinformazione. Ed è un adempimento che tutti i beneficiari del sussidio dovrebbero rispettare ma che pochi conoscono.
Assegno di inclusione a rischio per i beneficiari, ecco come evitare la sospensione a novembre
I casi che portano alla sospensione dell’Assegno di inclusione purtroppo sono tanti. Ci sono, per esempio, le mancate comunicazioni sulle variazioni nel nucleo familiare, sulle variazioni dei redditi o su altre situazioni di questo genere.
Situazioni che obbligano il beneficiario del sussidio a provvedere alla comunicazione all’INPS e che, in caso di inadempimento, portano alla sospensione del sussidio. Della questione degli invalidi, a cui l’INPS per mesi ha negato il sussidio per controlli riguardo la percentuale di invalidità dichiarata nella DSU utilizzata per l’erogazione dell’Assegno di inclusione, ne abbiamo parlato già diverse volte.
Ecco un adempimento che non può mai essere saltato, si rischia l’Assegno di Inclusione
Oggi però affrontiamo un altro caso che porta alla sospensione del sussidio, e che forse porterà il prossimo mese a molte più sospensioni. Parliamo della visita ai servizi sociali che i beneficiari del sussidio devono svolgere periodicamente. Infatti, dopo il primo appuntamento con i servizi sociali, trascorsi i primi 120 giorni, gli interessati devono provvedere a presentarsi di nuovo ai servizi sociali. Ciò per confermare lo stato di bisogno e per la verifica dei miglioramenti dal punto di vista sociale e lavorativo.
Ripetiamo, è un adempimento obbligatorio perché chi non si adegua e non provvede a presentarsi ai servizi sociali nel proprio Comune di residenza rischia di vedersi sospendere il sussidio.
La domanda di ADI e cosa prevedeva fin da subito
La procedura di richiesta dell’Assegno di inclusione ha messo in evidenza il fatto che, per percepire il sussidio, i richiedenti a inizio 2024 hanno dovuto adempiere ad almeno tre diverse procedure. Prima di tutto, hanno dovuto presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), utile ad ottenere un ISEE in corso di validità, perché l’ISEE doveva essere già certificato prima che l’interessato presentasse la domanda di ADI.
Dopo aver ottenuto l’ISEE, l’interessato ha dovuto presentare la domanda di Assegno di inclusione. E contestualmente alla domanda ha dovuto provvedere alla registrazione sulla piattaforma SIISL e poi alla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD). A partire dalla data di sottoscrizione del PAD, entro i 120 giorni successivi, gli interessati dovevano presentarsi ai servizi sociali comunali per la registrazione.
Questo adempimento, che la maggior parte dei richiedenti ha effettivamente svolto in questi primi 120 giorni dalla presentazione della domanda e della sottoscrizione del PAD, nel tempo ha subito una modifica. Infatti, non essendo pronta la piattaforma tra INPS e servizi sociali per la comunicazione dei beneficiari del sussidio, i 120 giorni sono stati posticipati. E fatti slittare a partire dalla data di attivazione della piattaforma GEPI, che è la piattaforma con cui interagiscono INPS e servizi sociali.
Ecco come fare per aggiornare la situazione e far tornare a posto la domanda di ADI
Adesso, per molti di questi soggetti che hanno provveduto a effettuare la visita ai servizi sociali a maggio 2024, è arrivata la sospensione del sussidio.
Tanti nostri lettori ci hanno scritto sulla sospensione subita, adducendo il fatto che non sono stati chiamati dai servizi sociali. In effetti, con o senza chiamata, deve essere l’interessato a prendere contatto con i servizi sociali per aggiornare il tutto. Perché i servizi sociali non sono obbligati a convocare i beneficiari.
La data entro cui, ogni 90 giorni, l’interessato deve provvedere alla visita ai servizi sociali deve essere annotata sul calendario. Lo dimostra il fatto che quanti, dopo la sospensione di settembre, sono andati ad adempiere ad ottobre, adesso hanno già la data del rinnovo entro il 31 gennaio 2025. Ad adempimento effettuato, in pochi giorni la domanda di Assegno di inclusione è tornata allo stato iniziale. Passando dallo stato di sospesa per accertamenti ad accolta.
Io o aggiornato il pad ad ottobre adesso quando avrò l’altra ricarica attendo una vostra risposta grazie
Avevo un bar dopo tre anni lo dovuto chiudere per il covid oggi è chiuso più di 1anno ho 65e8mesi di eta il mio caf mi dice che non posso andare in pensione ancora mi dica perché…..grazie….