Assegno di Inclusione, a settembre addio o cifre più basse, ecco cosa bisogna fare adesso

Ecco perché per l'Assegno di Inclusione a settembre c'è chi è chiamato a intervenire nuovamente sull'ISEE.
1 mese fa
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L’Assegno di Inclusione è la principale misura assistenziale attualmente in vigore. Ha sostituito il reddito di cittadinanza ed è erogato su richiesta alle famiglie che includono soggetti over 60, minori, invalidi, persone prese in carico dai servizi sociali e assistenziali o che si occupano della cura di minori e invalidi.

La fruizione dell’Assegno di Inclusione è legata all’ISEE, come tutte le altre prestazioni assistenziali, bonus e agevolazioni.

Oggi analizziamo un potenziale pericolo per i beneficiari dell’Assegno di Inclusione legato all’ISEE: il rischio che a settembre l’importo dell’Assegno di Inclusione si riduca o che la ricarica non sia più erogata.

ISEE per l’Assegno di Inclusione: guida al calcolo

L’ISEE, per consentire l’accesso a qualsiasi prestazione assistenziale, bonus o agevolazione, deve essere in corso di validità. Ciò significa che non è possibile ottenere supporto da queste prestazioni senza una DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) valida per l’anno in cui sono richieste. Perfino l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico è una prestazione che richiede l’ISEE come fattore determinante.

Sebbene non sia necessario presentare l’ISEE per ottenere l’Assegno Unico, questo diventa cruciale per la principale misura di welfare per le famiglie, per determinare l’importo corretto. In assenza dell’ISEE si riceve l’importo minimo previsto.

Tornando all’Assegno di Inclusione, la misura si divide in due componenti: una di integrazione del reddito e una relativa al rimborso del canone di affitto per chi vive in locazione o della rata del mutuo per chi ha un contratto per l’acquisto della prima casa. Oggi analizziamo la parte di integrazione al reddito, poiché è strettamente collegata ai redditi e all’ISEE dei beneficiari.

Un singolo individuo può ricevere fino a 500 euro di Assegno di Inclusione per la componente di integrazione al reddito. Se ha un reddito mensile di 300 euro, riceverà 200 euro di Assegno di Inclusione, ma solo se il suo ISEE è inferiore a 9.360 euro annui.

La soglia ISEE è quindi fondamentale per avere diritto all’ADI.

Assegno di Inclusione: a settembre addio o cifre più basse? Ecco cosa fare ora

L’ISEE 2025 si basa sui redditi e sui patrimoni del singolo e del suo nucleo familiare, riferiti al 2022, ossia due anni prima. In base a questo ISEE e alla sua componente reddituale, il richiedente l’ADI ha percepito un determinato importo di Assegno di Inclusione.

Se nel frattempo la situazione reddituale e patrimoniale riportata nell’ISEE, riferita come detto a due anni prima, è cambiata, l’interessato ha potuto presentare una nuova DSU per l’ISEE corrente. Ad esempio, chi ha perso il lavoro dopo il 2022, chi nel 2022 percepiva la NASpI e ora non più, o chi aveva risparmi in banca nel 2022 che oggi ha esaurito.

Questi sono i profili tipici di coloro che, a inizio anno, dopo aver ottenuto l’ISEE ordinario, hanno poi ottenuto l’ISEE corrente, che riflette meglio le attuali condizioni economiche e patrimoniali della famiglia. Se l’Assegno di Inclusione è stato calcolato in base a questo ISEE, ora sorge un rischio. A settembre, senza un aggiornamento dell’ISEE per la terza volta in un anno, l’Assegno di Inclusione potrebbe essere ridotto o addirittura sospeso.

Esempi di come l’ISEE corrente incide sull’ADI e cosa cambia con l’ISEE ordinario

Per comprendere meglio, consideriamo un esempio. Un richiedente dell’ADI ha presentato domanda a gennaio. Sulla base dell’ISEE ordinario riferito al 2022, ha ricevuto un ADI di 200 euro al mese o la sua domanda è stata respinta. A marzo, tuttavia, dopo aver presentato la DSU per l’ISEE corrente, ha ottenuto 500 euro perché la sua situazione economica e patrimoniale è drasticamente peggiorata tra il 2022 e il 2024.

Così, è rientrato nell’ADI se ne era stato escluso inizialmente o ha ricevuto importi più elevati. L’ISEE corrente, però, è valido solo per 6 mesi.

Di conseguenza, ciò che è accaduto a marzo, con l’INPS che ha utilizzato l’ISEE corrente al posto dell’ISEE ordinario, potrebbe ripetersi a settembre. Alla scadenza dell’ISEE corrente, infatti, l’INPS torna a utilizzare l’ISEE ordinario. Chi aveva diritto a 200 euro e ha ricevuto 500 euro per i 6 mesi di validità dell’ISEE corrente, tornerà a percepire 200 euro. Allo stesso modo, chi non aveva diritto all’ADI e lo ha ricevuto per 6 mesi, perderà nuovamente il diritto.

L’ISEE corrente scade dopo 6 mesi, ma questo non significa che alla fine dei 6 mesi tutto sia perduto. Per evitare che a settembre l’Assegno di Inclusione sia ridotto o sospeso, l’ISEE corrente può essere rinnovato. Pertanto, per la terza volta nell’anno, i beneficiari dell’ADI dovrebbero presentare nuovamente la DSU. Ciò in modo da rinnovare per altri 6 mesi la validità di questa versione dell’ISEE, che riflette meglio la situazione economica e patrimoniale attuale.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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