Assegno di Inclusione, come prenderlo ancora nel 2025 se cambia l’ISEE

Assegno di Inclusione 2025 a rischio? Effettivamente è così, ma ecco come prenderlo ancora nel 2025 se cambia l'ISEE.
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L’Assegno di Inclusione anche nel 2025 sarà lo strumento di contrasto alla povertà che permetterà a molte famiglie italiane di godere di un sussidio e di sostentamento. Infatti, già adesso sono numerose le famiglie italiane che hanno percepito per tutto il 2024 questa prestazione. Nel 2025 sarà lo stesso, perché ci saranno nuovi beneficiari che presenteranno la domanda per la prima volta a gennaio. E ci sarà anche chi continuerà a percepire il sussidio dopo averlo preso già per il 2024.

Come sempre, tutto dipende dall’ISEE.

Naturalmente, chi ha preso il sussidio nel 2024 per continuare a percepirlo anche nel 2025 dovrà rispettare le medesime condizioni che gli hanno dato diritto a percepirlo precedentemente. Ecco quindi che adesso analizzeremo il da farsi, cosa occorre avere, i requisiti di accesso e soprattutto cosa fare per non rischiare di perderlo da un anno all’altro.

“Buongiorno, sono titolare di ADI. Mi trovo però in una situazione particolare. Nel 2023 ho lavorato anche se saltuariamente ed ho avuto un reddito di 4.000 euro che nel 2022 non avevo. Ora che devo rinnovare l’ISEE, questi 4.000 euro è vero che finiranno per tagliarmi il sussidio? Credo che le regole siano queste anche se non le trovo giuste, visto che è da febbraio 2024 che praticamente non ho alcun reddito e vivo solo di Assegno di Inclusione.”

Assegno di Inclusione, come prenderlo ancora nel 2025 se cambia l’ISEE

Per poter rientrare nell’Assegno di Inclusione, gli interessati devono rispettare una serie di condizioni legate all’ISEE, al reddito familiare, ai patrimoni sia mobiliari che immobiliari e così via. In effetti, quello che ci dice il nostro lettore è qualcosa che sicuramente riguarda una moltitudine di soggetti. Infatti, è evidente che cambiando l’anno di riferimento della DSU per l’ISEE, cambia tutto in molti casi.

L’ISEE 2024 faceva riferimento a redditi e patrimoni del 2022. Quello del 2025 invece fa riferimento a redditi e patrimoni del 2023.

Le regole per prendere il sussidio però non cambiano. In pratica, i requisiti da rispettare sono sempre gli stessi, ma cambia l’anno di riferimento.

Un bel guaio per chi, per esempio, nel 2023 aveva trovato un lavoro, come ci dice il lettore. Lavoro che prima non c’era, a tal punto da permettere nel 2024 la fruizione dell’ADI regolarmente. E che non c’è nemmeno adesso. Però, il problema è l’ISEE e il suo anno di riferimento.

A dire il vero, però, il lettore ha una possibilità da sfruttare che gli permetterà comunque di prendere ciò che deve.

L’anno di riferimento dell’ISEE cambia, e può essere un serio problema

Cambiando l’anno di riferimento dell’ISEE dal 2022 al 2023, le cose possono radicalmente cambiare. È evidente che se, rispetto all’ISEE del 2024, quello del 2025 è più alto oppure se l’interessato ha dei redditi superiori o patrimoni altrettanto superiori ai limiti, corre il rischio di finire fuori dal perimetro dell’Assegno di Inclusione. Come dicevamo, i requisiti sono sempre gli stessi e vanno rispettati non solo per presentare domanda la prima volta, ma anche per continuare a prenderlo, il sussidio.

L’Assegno di Inclusione è rivolto ai nuclei familiari in cui siano presenti almeno uno dei seguenti soggetti:

  • persone con disabilità al 67% almeno;
  • minorenni;
  • persone di età superiore ai 60 anni;
  • persone prese in carico dai servizi sociali o sanitari;
  • soggetti che hanno carichi di cura.

Al momento della domanda, il richiedente, sia esso cittadino italiano, comunitario o extracomunitario con permesso di soggiorno di lungo periodo, con asilo politico o protezione sussidiaria, deve essere residente in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Requisiti di reddito e patrimonio

Tutti i requisiti prima citati devono essere in continuità per prendere il sussidio per tutto il periodo di 18 mesi rinnovabili di 12 mesi in 12 mesi.

E lo stesso vale per i requisiti specifici di reddito e patrimonio, che sono:

  • ISEE inferiore a 9.360 euro annui;
  • patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa se questa non è di lusso (A1, A8 o A9 in catasto) non superiore a 30.000 euro;
  • reddito familiare non superiore a 6.000 euro moltiplicato per la scala di equivalenza;
  • patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per i single, a 8.000 euro per nuclei di due persone e fino a 10.000 euro per nuclei di tre o più persone con maggiorazione di 5.000 euro per ogni componente con disabilità e di 7.500 euro per ogni componente in condizione di non autosufficienza.

ISEE ordinario ed ISEE corrente, cosa cambia in concreto?

È evidente che se un beneficiario dell’ADI 2024 ha un ISEE 2025 sopra 9.360 euro, o un reddito familiare sopra 6.000 euro, e così via, nel 2025 rischia di perdere il sussidio. Ma se per i patrimoni, fino ad aprile, non si può fare nulla, per i redditi una soluzione ci sarebbe.

Gli interessati devono per prima cosa presentare la DSU per la richiesta dell’ISEE ordinario. Da cui, evidentemente, verrà fuori che in base ai redditi del 2025, si supera i 6.000 euro o si supera il valore di ISEE da 9.360 euro. In questo caso, occorre passare subito alla DSU per ISEE corrente. Per chi, naturalmente, si trova, come ci dice il lettore, nella condizione che i redditi posseduti nel 2023 oggi non ci sono più.

L’ISEE corrente, infatti, serve per rendere più in linea con l’attualità la situazione reddituale e patrimoniale di un nucleo familiare, nel caso in cui la situazione reddituale dell’ISEE corrente del 2023 non sia quella attuale.

ISEE corrente e l’Assegno di Inclusione 2025 può essere più alto

Ma è una cosa che deve fare anche il nostro lettore, che a conti fatti, almeno in base alle notizie che ci fornisce, non rischia di perdere l’Assegno di Inclusione. Perché con 4.000 euro di reddito avrebbe ancora diritto all’ADI, solo in misura inferiore a quella che percepisce oggi.

Infatti, l’ADI ha una parte di integrazione al reddito del nucleo familiare fino alla soglia di 6.000 euro per un singolo. Significa che se lui ha preso 4.000 euro di altri redditi, il suo sussidio scende a 2.000 euro. Anche per lui la via dell’ISEE corrente è quella indicata.

Ma attenzione, se si ottiene l’ISEE corrente a gennaio, questo varrà solo fino a giugno. Infatti, l’ISEE corrente vale solo 6 mesi. E poi va rinnovato. Perché l’INPS userà l’ISEE corrente come quello in corso di validità, solo fino a quando l’ISEE corrente è valido. Poi passerà ad usare di nuovo l’ISEE ordinario, fino al rinnovo dell’ISEE corrente per altri 6 mesi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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