Assegno di inclusione, cosa succede ai soldi non spesi

Entro quando bisogna consumare il saldo delle ricariche dell'assegno di inclusione? Si può accumulare il credito? Ecco le risposte.
9 mesi fa
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Foto © Pixabay

L’assegno di inclusione è una misura già percepita da molte famiglie a partire da gennaio. Ormai, la misura è pienamente operativa. Con il passare dei mesi e l’inizio dell’utilizzo della nuova carta, sulla quale vengono accreditate le ricariche mensili del sussidio, emergono le differenze rispetto al reddito di cittadinanza. Infatti, si notano cambiamenti significativi anche nelle modalità di utilizzo della carta.

“Buonasera, il 15 febbraio ho preso la mia prima ricarica dell’assegno di inclusione., Poi il 26 febbraio la seconda e adesso ho ricevuto la terza.

Non ho fatto in tempo a spendere i 1.400 euro del mese scorso. Adesso ho un saldo di 1.100 euro e volevo chiedere se i soldi che ho ricevuto li devo spendere per forza entro il 26 di aprile quando riceverò la quarta ricarica o se si possono accumulare sulla card. In effetti non ho capito bene il meccanismo se è lo stesso del reddito di cittadinanza o meno. Se non ricordo male con il reddito di cittadinanza ero costretto a spendere tutti i soldi del sussidio ogni mese prima della nuova ricarica. Altrimenti avrei subito delle penalità. Voi mi sapete dare delle spiegazioni?”

Assegno di inclusione, cosa succede ai soldi non spesi

In base a quanto appreso riguardo all’ADI, ovvero all’assegno di inclusione, i fondi ricevuti non devono necessariamente essere spesi prima della successiva ricarica. Questo principio, caratteristico del reddito di cittadinanza, pare non sia stato applicato alla nuova misura.

Infatti, a differenza del reddito di cittadinanza, la singola mensilità dell’assegno di inclusione non ha scadenza e può essere accumulata sulla carta.

Questo introduce un principio di flessibilità particolarmente utile per le famiglie che prevedono di dover affrontare spese maggiori nei mesi futuri e, quindi, decidono di limitare le spese attuali con parsimonia.

Occhio alle spese, ci sono cose che non si possono acquistare

Il vincolo imposto dal reddito di cittadinanza di spendere immediatamente l’intero importo, anche effettuando acquisti non necessari per evitare sanzioni, è stato eliminato.

In effetti, oltre alla perdita dei fondi residui sulla carta RDC, i beneficiari del precedente sussidio rischiavano riduzioni percentuali sulle mensilità future se non utilizzavano l’intero saldo prima dell’arrivo della nuova ricarica.

Tuttavia, non vi sono stati cambiamenti riguardo alla quota del sussidio prelevabile in contanti. Infatti, l’importo dell’assegno di inclusione può essere speso integralmente tramite l’utilizzo elettronico della carta, ma può essere prelevato in contanti solo in parte.

Ecco come funziona la carta assegno di inclusione

Infatti per un singolo il contante prelevabile è di massimo 100 euro al mese. Un limite che deve essere moltiplicato per la scala di equivalenza basata sul numero dei componenti la famiglia e su particolari situazioni sempre familiari. I beneficiari che hanno diritto a percepire la cifra massima di ADI spettante con scala di equivalenza 2,3 (nuclei familiari numerosi e con invalidi gravi all’interno), possono prelevare in contanti ogni mese 230 euro. Per il resto i soldi devono essere spesi per beni di prima necessità, bollette, rate del mutuo, canoni di affitto o per farmaci. Per contro non si può usare il credito per:

  • lotterie, gratta e vinci e ogni altro gioco;
  • noleggio auto;
  • prodotti per gli adulti;
  • assicurazioni;
  • servizi finanziari;
  • servizi creditizi;
  • gioielli;
  • acquisti in negozi di alta moda, in gallerie d’arte o in pellicceria;
  • prodotti alcolici;
  • sigarette, tabacco e derivati come anche le sigarette elettroniche.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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