Assegno di Inclusione da restituire, ma non solo, guai seri per alcuni beneficiari

False dichiarazioni e omissioni, ecco i rischi che corre chi prende l'Assegno di Inclusione e non dichiara i redditi anche da lavoro nero.
4 giorni fa
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assegno inclusione
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Assegno di Inclusione da restituire, ma non solo: arrivano guai seri per alcuni beneficiari. Anche durante l’era del Reddito di Cittadinanza esistevano regole ferree per contrastare comportamenti scorretti e false dichiarazioni. Con l’Assegno di Inclusione, le regole restano severe.

Quando un sussidio non è spettante, non è lecito adottare pratiche ingannevoli per ottenerlo. Chi rilascia dichiarazioni false pur di rientrare tra i beneficiari, si espone a gravi conseguenze penali e amministrative.

Uno dei casi più diffusi riguarda proprio quei beneficiari che, nonostante l’assegno sia di importo contenuto, cercano di arrotondare con attività lavorative non dichiarate. E lo fanno nella convinzione, errata, che il rischio sia basso.

Integrazione al reddito: ecco come funziona l’Assegno di Inclusione

L’Assegno di Inclusione è uno strumento di integrazione al reddito. Questo significa che ogni variazione reddituale, di qualsiasi componente del nucleo familiare, deve essere comunicata all’INPS.

Solo così l’Istituto può ricalcolare correttamente l’importo spettante o verificare se permangono le condizioni per ricevere il beneficio.

Chi svolge un’attività lavorativa durante la fruizione dell’assegno deve sapere che il reddito percepito incide direttamente sul sussidio. Anche se si tratta di un lavoro regolare, l’importo del beneficio verrà ridotto, o in alcuni casi azzerato.

Ma c’è di più. Anche chi lavora in nero, per arrotondare, ha l’obbligo di dichiarare il reddito percepito. In caso contrario, si rischiano sanzioni gravi, anche di natura penale.

È importante sottolineare che si può lavorare durante la percezione dell’Assegno di Inclusione. Infatti, è consentito percepire fino a 3.000 euro l’anno da attività lavorativa regolare, senza perdere automaticamente il beneficio.

Limiti di reddito e vincoli: ecco cosa rischia chi dichiara il falso o omette alcune dichiarazioni

Nel 2025 sono stati aggiornati i limiti di reddito per poter accedere all’Assegno di Inclusione. Una famiglia, per beneficiarne, non deve superare i 6.500 euro di reddito annuo. Se composta esclusivamente da over 67 o persone invalide, la soglia sale a 8.190 euro.

Il problema, però, è che gli importi erogati sono spesso modesti: da 500 a 682,50 euro mensili per un single, in base alla composizione familiare e alla presenza di invalidi o anziani.

Queste cifre, spesso insufficienti a coprire le spese minime, spingono molti beneficiari a cercare soluzioni alternative, come il lavoro nero. Una scelta rischiosa, che può costare cara.

Infatti, chi lavora in nero durante la percezione dell’Assegno di Inclusione e non comunica i redditi percepiti, rischia sanzioni penali molto pesanti.

Secondo il nuovo Decreto Lavoro, le false dichiarazioni o quelle mendaci finalizzate a ottenere indebitamente il sussidio sono punite con la reclusione da 2 a 6 anni. Anche l’omissione della comunicazione di variazioni di reddito può comportare la reclusione da 1 a 3 anni.

Si tratta, a tutti gli effetti, di reati gravi, come il falso ideologico o il falso in atto pubblico.

A ciò si aggiungono le sanzioni amministrative: l’Assegno di Inclusione viene revocato immediatamente, e il beneficiario è tenuto a restituire tutte le somme indebitamente percepite.

Si parla quindi di revoca con addebito.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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