Assegno di Inclusione e invalidità, ecco quando anche il 46% può essere buono per il sussidio

Ecco come fare a prendere l'Assegno di Inclusione anche con una invalidità inferiore al 67% nonostante la normativa dica il contrario.
4 settimane fa
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Assegno di inclusione
Foto © Pixabay

L’Assegno di Inclusione, come noto a molti, si differenzia dal Reddito di Cittadinanza soprattutto per un aspetto: la platea dei potenziali beneficiari. Con il Reddito di Cittadinanza, ovvero la misura che ha preceduto l’Assegno di Inclusione, la platea era molto più ampia. Tuttavia, esistono soluzioni per ovviare a questa limitazione, che, come vedremo, è piuttosto rigida.

In alcuni casi, la soluzione è anche abbastanza a portata di mano. Un nostro lettore, in un quesito riguardante proprio la sua famiglia e l’Assegno di Inclusione, ci offre l’opportunità di affrontare l’argomento partendo dalle invalidità.

“Buongiorno, sono un titolare di Assegno di Inclusione. Non mi considero ancora un ex titolare, perché credo ci sia un errore da parte dell’INPS che mi ha sospeso la mensilità di agosto per controlli relativi alla mia invalidità, dichiarata in DSU in misura inferiore a quella effettivamente necessaria per l’Assegno di Inclusione. Così almeno ho letto nelle motivazioni della sospensione. Ho un problema di salute con un’invalidità del 50%. Nella mia DSU ho inserito il numero del verbale e indicato la disabilità come media. Finora mi hanno versato l’Assegno, ma ora no. Ho letto che per l’Assegno di Inclusione basta il 46% di invalidità. Quindi penso di rientrare nei requisiti. Probabilmente tutto si risolverà, o almeno questa è la mia speranza. Voi cosa ne pensate?”

Assegno di Inclusione e invalidità: ecco quando anche il 46% può essere sufficiente per il sussidio

Prima di entrare nello specifico delle invalidità per l’Assegno di Inclusione, è utile fare una breve panoramica sui requisiti necessari per accedere a questo sussidio. Con il Reddito di Cittadinanza, tutto era diverso: bastava rispettare i parametri ISEE e reddituali per avere diritto al sussidio.

Questa regola generale valeva anche per il calcolo dell’importo, perché ogni singolo componente di una famiglia beneficiaria del Reddito di Cittadinanza, indipendentemente dall’età, dalla situazione lavorativa, di salute e così via, rientrava nel calcolo del sussidio.

Oggi, con l’Assegno di Inclusione, le cose non stanno più così: la platea dei beneficiari è stata sensibilmente ridotta.

Inoltre, insieme all’Assegno di Inclusione, è stato introdotto un nuovo sussidio chiamato “Supporto Formazione e Lavoro”, che si rivolge ai soggetti esclusi dall’Assegno di Inclusione. Ma procediamo con ordine. Per accedere all’Assegno di Inclusione, i beneficiari devono appartenere a una delle seguenti categorie:

  • persone che hanno compiuto 60 anni;
  • soggetti di età inferiore ai 18 anni;
  • invalidi con una percentuale di almeno il 67%;
  • persone prese in carico dai servizi sociali o assistenziali;
  • soggetti con carichi di cura su familiari in tenera età o disabili.

Chiunque appartenga a un nucleo familiare beneficiario del sussidio che non rientra in nessuna di queste categorie non può avere diritto all’Assegno di Inclusione e, quindi, non è incluso nella scala di equivalenza utilizzata dall’INPS per calcolare l’importo. Di conseguenza, non c’è possibilità di accesso al sussidio per chi non soddisfa questi criteri, anche se, per esempio, si è invalidi con una percentuale inferiore al 67%.

Anche gli invalidi con il 46% possono ottenere il sussidio, ma solo se presi in carico dai servizi sociali comunali

Da questa riduzione della platea dei beneficiari nasce una situazione molto particolare. Le famiglie che ricevevano più soldi con il Reddito di Cittadinanza rispetto all’Assegno di Inclusione sono molte. Proprio per questo motivo, per esempio, farsi prendere in carico dai servizi sociali può essere utile.

Anche per chi, come nel caso del nostro lettore, ha un grado di disabilità inferiore alla soglia minima del 67%, la presa in carico da parte dei servizi sociali può permettere di rientrare tra i beneficiari dell’Assegno di Inclusione.

Infatti, anche chi ha un’invalidità del 50% può accedere al sussidio, ma solo se è preso in carico dai servizi sociali.

In altre parole, chi ha un’età compresa tra i 18 e i 59 anni e un’invalidità inferiore al 67% può comunque beneficiare del sussidio, ma solo se il servizio sociale comunale ha provveduto a comunicare la presa in carico tramite la piattaforma predisposta.

Questa presa in carico può riguardare soggetti affetti da dipendenze da alcol, gioco d’azzardo, droga, vittime di violenza e anche invalidi con una percentuale di disabilità compresa tra il 46% e il 66%. Senza la presa in carico, però, non è possibile ottenere nulla.

Invalidità e Assegno di Inclusione: ecco le regole

Per il nostro lettore, evidentemente, ciò che manca è proprio la presa in carico da parte dei servizi sociali. Forse l’INPS ha erogato il sussidio per tutti questi mesi basandosi sulla DSU, dove era stata indicata semplicemente la disabilità.

Ora, però, l’INPS ha avviato dei controlli e ha scoperto che il beneficiario, pur essendo invalido, non raggiunge almeno il 67% di disabilità certificata. Di conseguenza, ha sospeso il sussidio in attesa che i servizi sociali comunali confermino la presa in carico del beneficiario.

Quindi, ecco come ottenere l’Assegno di Inclusione anche con un’invalidità inferiore al 67%, nonostante la normativa sembri indicare il contrario. Esistono queste soluzioni che possono essere utili a molte famiglie oggi escluse dal sussidio, o a famiglie che oggi ricevono meno soldi perché non tutti i loro componenti rientrano nelle scale di equivalenza.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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