Assegno di Inclusione e Supporto Formazione e Lavoro, i beneficiari e gli esclusi

Da una misura a due misure, questo è quello che effettivamente è successo al sistema assistenziale italiano alla voce sussidi contro la povertà e l’esclusione sociale e lavorativa. Dal solo Reddito di Cittadinanza ecco che si è passati all’Assegno di Inclusione e al Supporto Formazione e Lavoro. Due misure diverse come struttura e come natura, ma accomunate in molti dei requisiti necessari per percepirle? Le differenze più marcate infatti sono quelle dei beneficiari, visto che di fatto il governo ha deciso di dividere in due i beneficiari di una misura come il Reddito di Cittadinanza. Da un lato quelli che
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Assegno di Inclusione e Supporto Formazione e Lavoro, i beneficiari e gli esclusi
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Da una misura a due misure, questo è quello che effettivamente è successo al sistema assistenziale italiano alla voce sussidi contro la povertà e l’esclusione sociale e lavorativa. Dal solo Reddito di Cittadinanza ecco che si è passati all’Assegno di Inclusione e al Supporto Formazione e Lavoro.
Due misure diverse come struttura e come natura, ma accomunate in molti dei requisiti necessari per percepirle? Le differenze più marcate infatti sono quelle dei beneficiari, visto che di fatto il governo ha deciso di dividere in due i beneficiari di una misura come il Reddito di Cittadinanza.

Da un lato quelli che adesso rientrano nell’Assegno di Inclusione, cioè i cosiddetti fragili. Dall’altro lato quelli che non vi rientrano, ovvero gli arrivabili al lavoro o semplicemente occupabili. Vediamo nel dettaglio come funzionano le due misure, chi sono gli esclusi e chi sono i beneficiari. E perché alcune famiglie possono prendere entrambe le misure.

Assegno di Inclusione e Supporto Formazione e Lavoro, i beneficiari e gli esclusi

Per comprendere bene le differenze tra le due misure meglio un riassunto di ciò che è successo nella seconda parte del 2023 e nel 2024. Fino a dicembre è stato in funzione il Reddito di Cittadinanza. Una misura destinata a soggetti in difficoltà e famiglie a basso reddito e con ISEE sotto i 9.360 euro. La misura però già a settembre è stata ritoccata. Con la sospensione del beneficio per i cosiddetti occupabili. Ovvero per i vecchi beneficiari del Reddito di Cittadinanza senza grandi problematiche e con un’età tra i 18 anni compiuti ed i 60 anni ancora da compiere.
Dal settembre 2023 c’è stato già chi ha dovuto dire addio al Reddito di Cittadinanza. E partì subito una delle due misure che l’hanno sostituito, cioè il Supporto Formazione e Lavoro. per questo, il Supporto Formazione è Lavoro è la misura che ancora oggi è appannaggio di soggetti con un’età inferiore a 60 anni ma maggiore di 18 anni.

La platea di riferimento per l’Assegno di Inclusione, ecco chi è considerato fragile

Diverso il caso dell’Assegno di Inclusione, misura entrata in vigore da gennaio e destinata a tutti i soggetti che hanno percepito il Reddito di Cittadinanza fino a dicembre 2023, sempre se hanno continuato a detenere i requisiti utili al sostegno. Per rientrare nell’ADI bisogna avere una età inferiore a 18 anni, superiore a 60 anni o essere invalidi almeno al 67%. Alternative utili ad evitare di perdere il diritto all’Assegno di inclusione e a dover virare sul Supporto Formazione e Lavoro perché ritenuti abili ed occupabili al lavoro, ce ne sono.
Per esempio, bisogna essere presi in carico dai servizi sociali del proprio Comune come persone che pur se di età compresa tra 18 e 59 anni, non possono svolgere attività lavorative. Perché affetti da patologie invalidanti anche se inferiore al 67% (ma non inferiore al 46%). Oppure perché disagiati di vario genere, tra cui affetti da dipendenze varia (alcol, gioco, droga) o vittime di violenza e così via dicendo. Altra alternativa valida sono i carichi di cura. Chi per esempio è un genitore di un bambino sotto i 3 anni o chi è tutore di un invalido presente nel nucleo familiare, ha dei carichi di cura verso questi soggetti. Che non possono essere compatibili con l’occupabilità del soggetto. E pertanto, il soggetto rientra tra i beneficiari dell’Assegno di Inclusione.

Tra Supporto Formazione e Lavoro e Assegno di Inclusione, ecco i requisiti

Le due diverse misure che si possono prendere adesso sono cumulabili tra loro. Proprio alla luce del fatto che in una famiglia ci possono essere soggetti che rientrano nell’una o nell’altra misura, ecco che in una stessa famiglia ci possono essere due diversi sussidi. Per esempio, in una famiglia composta da due genitori, di cui uno over 60 e l’altro al di sotto dei 60 anni di età, con due figli di 30 e 32 anni, di cui uno invalido grave, l’Assegno di inclusione può essere appannaggio del genitore over 60 ma anche di quello under 60.

Perché ha carichi di cura per il figlio maggiorenne ma disabile. Naturalmente anche quest’ultimo, cioè il disabile rientrano nell’Assegno di Inclusione. L’altro figlio, quello maggiorenne ma senza patologie o altre problematiche, rientra invece nel Supporto Formazione e Lavoro (SFL).

Importi, regole e struttura dei due sussidi contro la povertà

L’Assegno di Inclusione eroga un sussidio mensile da 500 euro a cui si deve aggiungere ciò che esce fuori dalla scala di equivalenza che tiene conto del numero dei beneficiari dell’ADI in una famiglia e della loro condizione. Questa parte di sussidio è quella di integrazione al reddito. Poi c’è la parte relativa alle spese per il canone di affitto per chi vive in locazione con contratto regolarmente registrato. E vale ulteriori 280 euro al mese (180 euro al mese invece per chi paga una rata del mutuo per l’acquisto della casa di abitazione principale del suo nucleo familiare).
Il Supporto Formazione e Lavoro invece eroga 350 euro al mese per 12 mesi (l’ADI vale 18 mesi), ma solo a condizione che i soggetti beneficiari partecipino ai corsi di formazione o di riqualificazione professionale o svolgono lavori di pubblica utilità. Adempimenti che invece non hanno i beneficiari dell’ADI che devono solo rispondere alle convocazioni periodiche dei servizi sociali del Comune.

Ecco i requisiti delle due misure

Come dicevamo tra Supporto Formazione e Lavoro e Assegno di Inclusione i requisiti sono anche piuttosto simili, anche se si parla di due misure diverse e di due platee diverse. Infatti per avere accesso ad entrambe le misure i requisiti identici sono:

  • avere la cittadinanza italiana o la cittadinanza di uno Stato membro della UE;
  • essere un familiare di un cittadino italiano o di chi ha la cittadinanza di uno Stato membro della UE purché il primo sia titolare del diritto di soggiorno;
  • essere extracomunitari ma in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno);
  • avere lo status di protezione internazionale, sussidiaria o di asilo politico;
  • avere la residenza effettiva in Italia da non meno di cinque anni, di cui però gli ultimi due in modo continuativo.

Anche i requisiti patrimoniali e reddituali sono identici tra Assegno di Inclusione e Supporto Formazione e Lavoro.

Infatti bisogna avere:

  • un reddito familiare inferiore a 6.000 euro per il singolo e poi parametrato per la scala di equivalenza basata sul numero dei componenti il nucleo familiare e sul fatto che siano invalidi o meno;
  • il patrimonio immobiliare anche detenuto all’estero non superiore a 30.000 euro senza considerare la casa di abitazione principale purché non sia di valore superiore a 150.000 euro;
  • il patrimonio mobiliare dato dalle dotazioni in banca o alle poste su libretti di risparmio, carte di credito, carte di debito, conti correnti e buoni fruttiferi, non superiore a 6.000 euro per un singolo componente, a 8.000 euro per due componenti o a 10.000 euro per più componenti (con incrementi di 1.000 euro per ogni ulteriore figlio dopo i primi due, 5.000 e 7.500 euro per ogni componente disabile in base alla gravità dell’invalidità).

Ecco alcuni chiarimenti sulle due misure

I possibili richiedenti l’Assegno di inclusione o il Supporto Formazione e Lavoro non devono avere intestate navi, imbarcazioni da diporto, auto o moto immatricolate a nuovo negli ultimi 36 mesi se di cilindrata più alta rispettivamente di 1.6 cc e di 250 cc. Inoltre per entrambe le misure i richiedenti e i componenti il nucleo familiare non devono avere condanne penali definitive nei 10 anni precedenti, non devono essere sottoposti a misura cautelare personale e non devono aver rinunciato ad un lavoro per dimissioni volontarie senza giusta causa negli ultimi 12 mesi.

Praticamente l’unico requisito differente è quello dell’ISEE. infatti la soglia ISEE utile a rientrare nell’Assegno di Inclusione è pari a 9.360 euro. Mentre per il Supporto Formazione e Lavoro non deve superare 6.000 euro. Quindi, tornando al caso della famiglia che può prendere entrambe le misure, se ci sono soggetti che rientrano nella prima avendo la famiglia un ISEE inferiore a 9.360 euro, non ci potranno essere soggetti che rientrano nella seconda se l’ISEE è superiore a 6.000 euro.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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