Assegno di inclusione, ecco cosa fare dopo aver preso la prima ricarica per evitare lo stop al sussidio

Cosa devono fare i beneficiari dell'Assegno di Inclusione dopo aver preso la prima ricarica? Ecco gli adempimenti anti-rischio.
10 mesi fa
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Assegno di inclusione
Foto © Pixabay

L’Assegno di Inclusione dallo scorso 26 gennaio è stato percepito già dal numerosi richiedenti a cui la ricarica è stata approvata. Il fatto che il richiedente abbia già ricevuto l’approvazione della domanda e abbia già ricevuto la carta e la prima ricarica, però, non chiude la partita degli adempimenti a cui proprio queste persone devono sottostare durante il periodo di fruizione del sussidio.

Oggi infatti analizzeremo ciò che devono fare le famiglie beneficiarie dell’Assegno di inclusione nei mesi successivi quello in cui hanno percepito il sussidio per la prima volta.

Questo in risposta ai tanti lettori che nonostante abbiano preso l’Assegno di Inclusione vivono nella costante paura che qualcosa vada storto e che si finisca con l’essere esclusi dal sussidio.

“Buongiorno, sono uno dei fortunati a cui il 26 gennaio l’INPS ha già pagato la prima ricarica dell’Assegno di Inclusione. Infatti proprio il giorno 26, dopo l’SMS, sono andato alle poste a ritirare la card con dentro la ricarica da 500 euro. Esattamente come prendevo prima con il il reddito di cittadinanza. Adesso però mi chiedevo quali sono le scadenze che devo rispettare tra centri per l’impiego e servizi sociali. Perché so che anche se mi hanno concesso l’Assegno di Inclusione possono togliermelo da un momento all’altro se non adempio a questi obblighi di cui però nessuno parla. Grazie in anticipo per la vostra gentilezza.”

Assegno di inclusione, ecco cosa fare dopo aver preso la prima ricarica per evitare lo stop al sussidio

L’Assegno di Inclusione si differenzia dal Reddito di cittadinanza soprattutto perché si tratta di una misura che prevede molti più obblighi rispetto a quella precedente. E soprattutto li prevede in maniera a volte preventiva rispetto all’erogazione del beneficio.

Per esempio, l’iscrizione alla piattaforma SIISL, cioè al Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa, è stato un passaggio obbligatorio effettuato da chi prima ha presentato la domanda di Assegno di Inclusione.

Solo chi ha provveduto alla registrazione in piattaforma entro il 7 gennaio ha ricevuto il pagamento già lo scorso 26 gennaio.

Perché l’iscrizione in piattaforma è stata necessaria? Perché c’era da sottoscrivere il cosiddetto PAD, ovvero il Patto di Attivazione Digitale. Questo è un adempimento preventivo rispetto all’erogazione del beneficio. Un adempimento bloccante per quanti hanno presentato solo la domanda senza provvedere a farlo.

Ma gli adempimenti per chi ha preso già la prima ricarica, o per chi la prenderà il 15 febbraio, non finiscono certo qua. Infatti bisogna stare attenti al rischio decadenza dal beneficio. Perché i rischi sono ben maggiori rispetto al Reddito di cittadinanza.

Cosa fare adesso dopo aver preso l’Assegno di Inclusione?

Per prima cosa non bisogna saltare il primo paletto previsto dalla normativa vigente. Infatti entro 120 giorni dall’iscrizione in piattaforma SIISL e sottoscrizione contestuale del PAD, bisogna andare ai centri sociali del proprio Comune. Bisogna di fatto andare a parlare con l’Assistente sociale. E tutti i componenti della famiglia che rientrano nella scala di equivalenza devono andarci. Perché c’è da dare il via ai piani di integrazione sociale previsti dalla misura.

Un modo per consentire il ritorno a una vita socialmente dignitosa, che prima dell’Assegno di Inclusione evidentemente non era ad appannaggio dei richiedenti. Entro 4 mesi dalla data di sottoscrizione del PAD quindi bisogna andare dall’Assistente sociale. In mancanza di questo adempimento, l’Assegno di Inclusione è immediatamente sospeso.

Solo i fragili devono rispettare gli obblighi

Nella presentazione della domanda di Assegno di Inclusione, e anche nella registrazione in piattaforma SIISL, gli interessati hanno dovuto indicare un numero di cellulare e un indirizzo di posta elettronica. Sarà tramite questi canali che il Servizio sociale del Comune provvederà a chiamare i beneficiari del sussidio.

Ma questo potrebbe anche non avvenire.

A prescindere dalla convocazione o meno, l’obbligo per i beneficiari dell’Assegno di Inclusione deve essere rispettato. Quindi, anche chi non ha ricevuto il messaggio o chi non lo riceverà, farebbe meglio ad andare autonomamente al Centro Sociale del Comune, in modo tale da completare quello che è solo il primo passaggio. Perché poi ogni 90 giorni bisognerà andare di nuovo per la verifica dei miglioramenti ottenuti dal punto di vista del reintegro sociale.

L’obbligo vale per tutti i soggetti over 60, invalidi o presi in cura dai servizi sociali. Naturalmente non devono presentarsi dall’Assistente sociale coloro che sono occupabili al lavoro. Per questi infatti l’Assegno di Inclusione o non è richiedibile, o non è calcolato come scala di equivalenza. Per loro dovrebbe essere chiesto il Supporto Formazione e Lavoro, che prevede obblighi diversi, come quelli di recarsi ai Centri per l’Impiego per la ricollocazione lavorativa.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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