Assegno d’inclusione al vaglio, scattano i controlli sul reddito

Verifiche INPS sull'Assegno di Inclusione per controllare redditi e ISEE: impatto sul bilancio e sulla domanda interna.
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4 giorni fa
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assegno inclusione
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È tempo di verifiche, controlli e, se è il caso, grandi mazzolate. L’Assegno di Inclusione, introdotto nel gennaio 2024 in sostituzione del Reddito di Cittadinanza, entra ora in una nuova fase. L’INPS ha infatti avviato una serie di controlli mirati sui nuclei familiari beneficiari per accertare il rispetto dei requisiti economici previsti dalla legge. Al centro della verifica ci sono la soglia ISEE, i redditi dichiarati e le variazioni nelle situazioni lavorative. Si tratta di una stretta che punta a garantire la correttezza nell’erogazione della misura, ma che apre anche interrogativi sul fronte dell’impatto economico complessivo del provvedimento, soprattutto in un periodo di rallentamento della crescita.

Secondo quanto comunicato dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, le verifiche in corso riguardano non solo l’ISEE, che dal 2025 non deve superare i 10.140 euro annui (contro i 9.360 del 2024), ma anche l’eventuale percezione di redditi non dichiarati, l’attivazione di rapporti di lavoro e la residenza effettiva nel territorio italiano. In particolare, saranno monitorati i nuclei in cui si sono registrate variazioni significative, come l’ingresso o l’uscita dal mercato del lavoro, il trasferimento di domicilio o modifiche nella composizione familiare.

L’operazione rientra in un più ampio piano di contrasto agli abusi, e punta a rafforzare l’efficacia redistributiva della misura. Non sono pochi i casi di dichiarazioni mendaci o non aggiornate, che in passato avevano già compromesso la credibilità del Reddito di Cittadinanza. Per questo, il nuovo impianto normativo ha introdotto limiti più stringenti e un maggiore coinvolgimento dei Comuni e dei Centri per l’Impiego nelle verifiche.

Come funziona l’Assegno di Inclusione

L’Assegno di Inclusione è rivolto ai nuclei familiari con almeno un componente in condizione di fragilità: minorenni, disabili, over 60 o persone prese in carico dai servizi sociali.

È una misura selettiva, che combina trasferimenti monetari a condizioni stringenti di accesso e obblighi di attivazione lavorativa. L’importo massimo erogabile è pari a 500 euro mensili, cui possono aggiungersi 280 euro come contributo per l’affitto. La durata massima è di 18 mesi, rinnovabili per altri 12 dopo un mese di sospensione.

L’erogazione è subordinata alla sottoscrizione di un Patto di attivazione con i servizi per il lavoro o con i servizi sociali, a seconda dei casi. Chi rifiuta un’offerta congrua di lavoro, chi non partecipa ai corsi di formazione obbligatori o chi non collabora con i servizi, può perdere il beneficio. È dunque una misura che non si limita a fornire un sostegno economico, ma mira a reintegrare i beneficiari nel tessuto produttivo, con un forte accento sull’inclusione attiva.

L’INPS ha fatto sapere che nel primo anno di applicazione le domande accolte sono state oltre un milione, con una platea di beneficiari superiore ai 2,3 milioni di persone. La spesa pubblica stimata per il 2025 si aggira intorno ai 6 miliardi di euro, in linea con il costo del Reddito di Cittadinanza nel biennio precedente, ma con una previsione di maggiore efficienza grazie al target più ristretto.

Impatto economico e considerazioni sul bilancio

Da un punto di vista economico, l’Assegno di Inclusione rappresenta una delle principali voci di welfare redistributivo nel bilancio dello Stato. Nonostante la stretta nei requisiti e l’obbligo di attivazione, il costo della misura rimane significativo e non privo di rischi. Il primo riguarda l’effetto disincentivante al lavoro: sebbene l’assegno sia compatibile con attività lavorative a basso reddito, non mancano i casi in cui il beneficio finisce per scoraggiare l’assunzione, soprattutto in settori a bassa produttività.

Un secondo punto critico è il possibile effetto distorsivo sul mercato del lavoro informale. I controlli INPS vogliono ridurre questo rischio, ma resta aperta la questione del sommerso: alcune famiglie potrebbero essere tentate di non dichiarare entrate da lavoretti o attività saltuarie per non perdere il beneficio. A livello macroeconomico, il sostegno può contribuire alla domanda interna, ma solo in misura contenuta, dato che si tratta di importi destinati al consumo essenziale e non all’investimento.

Infine, c’è il tema dell’impatto sul debito pubblico. Sebbene non sia tra le misure più costose, l’Assegno di Inclusione si inserisce in un quadro di spesa corrente rigida, dove le risorse per investimenti sono sempre più limitate. In un contesto in cui la Commissione Europea sollecita l’Italia a ridurre il disavanzo, l’efficienza di ogni euro speso in welfare è destinata a diventare un parametro sempre più rilevante per valutare la sostenibilità del sistema.

La verifica dei requisiti ISEE e reddituali, dunque, non è solo una questione di equità, ma anche di tenuta economica. Garantire che il beneficio arrivi davvero a chi ne ha bisogno è essenziale per legittimare la spesa agli occhi della collettività, specialmente in una fase in cui la pressione sul bilancio pubblico si fa più intensa e le risorse disponibili per la crescita sono scarse.

Riassumendo.

  • L’INPS ha avviato controlli sull’ISEE e i redditi per evitare abusi nell’Assegno di Inclusione.
  • Il beneficio spetta a famiglie fragili con limiti di reddito e obblighi di attivazione.
  • L’impatto economico è rilevante per bilancio, lavoro e domanda interna.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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