Anche se l’assegno di inclusione sarà riconosciuto solo dal 1° gennaio 2024, da oggi 18 dicembre 2023, è già possibile fare domanda all’INPS.
Si tratta della nuova misura di sostegno economico alle famiglie che sostituirà in via definitiva il reddito di cittadinanza. Ne hanno diritto i nuclei familiari che con almeno un componente che rientri tra i seguenti soggetti:
- disabile;
- minorenne;
- con almeno 60 anni di età;
- in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.
Inoltre, è richiesto, come lo era per il reddito di cittadinanza, il rispetto di requisito ISEE, oltre che requisiti relativi alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare, condizioni di residenza, cittadinanza e soggiorno.
Domanda, importo e pagamento
Per chi ne ha i requisiti, l’assegno di inclusione sarà erogato solo dietro apposita domanda all’INPS, da potersi fare anche tramite Patronato e CAF.
È pari a 6.000 annui, ovvero 7.560 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza.
Previsto anche un contributo per l’affitto della casa in cui il nucleo familiare risiede. Tale importo è pari al canone annuo di affitto fino ad un massimo di euro 3.360 annui, ovvero 1.800 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza.
Sarà accreditato direttamente sulla c.d. carta di inclusione (carta elettronica).
Assegno di inclusione, si chi rischia il carcere
La domanda e il diritto all’assegno di inclusione presuppone una serie di dichiarazioni e documentazione di prova che il richiedente deve fare e produrre. Previste sanzioni pensanti per chi dichiara o produce il falso. Si pensi a chi ad esempio, presenta un ISEE mendace o all’omessa comunicazione delle variazioni reddituale e patrimoniale del nucleo familiare o di qualsiasi altra informazione rilevante ai fini del mantenimento del beneficio.
In questi casi, oltre alla decadenza dal beneficio e all’immediata disattivazione della carta di inclusione:
- per dichiarazioni false o omissione di informazioni è prevista la reclusione da 2 a 6 anni
- l’omessa comunicazione di variazioni di reddito o patrimonio, anche a seguito di attività irregolari o altre informazioni relative al mantenimento del beneficio, prevede una reclusione da 1 a 3 anni.
Se tenga presente, tuttavia, laddove il nucleo familiare decada per mancata partecipazione alle politiche attive da parte di un componente, potrà presentare nuova domanda assegno inclusione. Ciò potrà essere fatto solo che siano passati almeno 6 mesi dalla decadenza.
Riassumendo…
- dal 18 dicembre 2023 si può fare domanda per l’assegno di inclusione
- la decorrenza del contributo è dal 1° gennaio 2024
- chi dichiara il falso o fornisce documentazione mendace rischia fino al carcere
- prevista altresì la decadenza e la disattivazione immediata della carta di inclusione
- trovi qui le indicazioni per domanda assegno inclusione (Circolare INPS n. 105/2023).