Quando si parla si assegno di mantenimento si è sempre portati a pensare che sia l’ex marito a corrisponderlo all’ex moglie, ma non sempre è così: ci sono rari casi in cui è la donna a corrispondere il mantenimento all’ex coniuge.
Assegno di mantenimento: cosa dice la legge
Secondo il Codice Civile del 1942 l’assegno di mantenimento ero posto a carico del marito che anche in caso di separazione e divorzio doveva continuare a provvedere al mantenimento della moglie. Una volta, però, emanata la Costituzione che stabilisce espressamente l’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, la Corte Costituzionale dichiarava illegittimo quanto previsto dal Codice nella parte il cui l’obbligo di mantenimento era previsto sempre nei confronti del marito indipendentemente dalle condizioni economiche della moglie.
Assegno di mantenimento: a chi spetta?
L’assegno di mantenimento, secondo la legge dopo l’intervento della riforma del diritto di famiglia, spetta al coniuge cui non si debba addebitare la separazione e che si trovi in svataggio economico. In questo caso si parla di coniuge e non di moglie, quindi il Codice non fa differenziazioni tra marito e moglie.
Nello stabilire l’ammontare dell’assegno di mantenimento e a chi spettta il giudice deve tenere conto della situazione patrimoniale di entrambi i coniugi assegnando il diritto al mantenimento alla parte più debole della coppia qualora ve ne sia bisogno.
Anche se è una rarità, quindi, può capitare anche al coniuge donna di dover corrispondere l’assegno di mantenimento all’ex marito qualora la situazione patrimoniale della donna sia nettamente migliore e l’ex marito non riesca a mantenere il tenore di vita che aveva all’interno della vita matrimoniale. Dal 1975, infatti, si afferma che entrambi i coniugi contribuiscano sul piano patrimoniale alle esigenze familiari e questa parificazione tra i coniugi si mantiene anche dopo la separazione.
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