Buongiorno signora, sono titolare di Assegno ordinario di invalidita’ categoria IO, lo percepisco gia’ da tre anni ed ho fatto gia’ il primo rinnovo.
Da poco mi e’ stato riconosciuto, su richiesta, l’aggravamento della mia Invalidità’ che e’ a tutt’oggi nella misura dell’ 80%.
Sono in una situazione familiare di notevole difficoltà’ avendo moglie a carico e due figli minori di 10 anni.
La mia data di nascita e’ il 07/09/1955, avrò’ dunque al prossimo settembre 64 anni.
Ultimamente (chiaramente passando per dei concorsi) ci sarebbero delle possibilità’ di lavorare per me in alcuni enti pubblici, essendo iscritto in graduatorie per il collocamento
mirato della regione Friuli Venezia Giulia. Vorrei sapere , con un aiuto da parte sua, cosa mi conviene fare, e le conseguenze a cui vado incontro se dovessi accettare qualcuno di questi lavori nella pubblica amministrazione. In poche parole: che fine farebbe il mio assegno? Mantenuto, decurtato o addirittura soppresso?
In attesa di un suo riscontro la ringrazio infinitamente e anticipatamente del suo eventuale intervento e le invio distinti saluti.
Assegno ordinario invalidità e pubblico impiego
L’assegno di invalidità ordinario, che spetta in costanza di lavoro ed è erogato in base ai contributi versati, è una prestazione economica regolata dalla legge numero 223 del 1984 a favore di coloro che hanno capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo (percentuale di invalidità superiore al 66%).
Il beneficio, però, non è compatibile con il pubblico impiego poiché per i dipendenti pubblici esistono trattamenti diversi (non riconosciuti ai dipendenti del settore privato) per inabilità e invalidità.
Se per lei, già titolare di assegno ordinario di invalidità, sopravvenisse un’assunzione presso la pubblica amministrazione, quindi, l’assegno ordinario di invalidità sarebbe del tutto soppresso perché incompatibile con il lavoro pubblico.
Pensione di vecchiaia anticipata: un’alternativa
Mi permetto di farle notare, però, che con l’80% di invalidità e se possiede almeno 20 anni di contributi, avendo quasi 64 anni, potrebbe accedere alla pensione di vecchiaia anticipata per lavoratori invalidi.
- almeno 61 anni di età per gli uomini e 56 anni di età per le donne
- almeno 20 anni di contributi
- un’invalidità di almeno l’80%
- una finestra di attesa di 12 mesi per la decorrenza della pensione (in cui potrebbe continuare a fruire dell’assegno ordinario di invalidità).
Per poter beneficiare della pensione in oggetto però, dovrebbe sottoporsi nuovamente ad esame di commissione medica INPS/ASL per la determinazione dell’invalidità pensionabile. In ogni caso, avendo 64 anni ed essendo vicino all’età pensionabile, se fossi in lei (e se è in possesso dei requisiti necessari) io proverei a vedere se è possibile l’accesso (non subordinato alla fruizione dell’assegno ordinario poiché trattasi di un pensionamento di vecchiaia).
Per maggiori informazioni sulla prestazione può leggere il seguente articolo: Pensione di vecchiaia anticipata: chi può fare domanda?