L’Assegno Unico e Universale sui figli a carico è una misura su cui sempre più famiglie contano. Dal momento che è l’assegno che percepiscono le famiglie con figli fino a 21 anni, sia di lavoratori dipendenti che di lavoratori autonomi, sia di disoccupati che di beneficiari di sussidi, la misura riguarda una vasta platea. Presentare domanda, ottenere un ISEE in corso di validità e godere del beneficio mese dopo mese è una cosa ormai nota a tutti. Meno noto invece è il da farsi nei casi in cui nel nucleo familiare cambi qualcosa in corso di fruizione del beneficio.
Assegno Unico, come cambiare per divorzi o per nuovo lavoro di un genitore
Partiamo dal caso dei genitori separati. Se fino ad oggi hai preso l’Assegno Unico normalmente, cioè in base alla scelta tra i due genitori se ripartirlo in misura uguale al 50% o se caricarlo solo ad uno e al 100%, in caso di divorzio tutto cambia. La normativa dell’Assegno Unico prevede che questo sia appannaggio di chi esercita la responsabilità genitoriale e quindi su entrambi i genitori. Ed in parti uguali al 50%. Ma se per esempio, in caso di separazione e divorzio c’è una sentenza di un giudice che prevede l’affidamento esclusivo, in questo caso il 100% spetta al genitore affidatario. Un altro caso in cui l’Assegno Unico non si ripartisce, è quello del figlio maggiorenne, che può diventare lui stesso beneficiario diretto dell’Assegno Unico. Resta sempre in piedi comunque la facoltà per i due genitori di scegliere in sede di presentazione della domanda, la via più congeniale, come quella di indicare solo uno dei due genitori come beneficiario al 100% dell’Assegno Unico.
ISEE, modifiche allo strumento e tutte le cose da chiarire
Una situazione che può essere ritenuta anomala però è quella dell’ISEE di riferimento. Perché nel caso i due genitori separati hanno due ISEE, quale è quello utile alla domanda di Assegno Unico? In questo caso è la circolare INPS numero 23 del 2022 che ne chiarisce il funzionamento. Infatti l’ISEE di riferimento da usare per l’Assegno Unico è quello del nucleo familiare dove c’è dentro il figlio a prescindere da chi sia il genitore richiedente. Nel caso in cui si decide di ripartire in due l’Assegno Unico, è evidente che nella domanda bisognerà indicare sia l’IBAN del genitore richiedente che l’IBAN delll’altro genitore.
Anche nel caso in cui un genitore cominci a lavorare porta alla necessità di comunicare la variazione all’INPS. In questo caso perché ci sarebbe da ottenere il surplus destinato ai nuclei familiari dove entrambi i genitori lavorano. Nello specifico infatti, quando entrambi i genitori sono titolari di un reddito da lavoro è prevista una maggiorazione sugli importi dell’Assegno Unico. Un importo aggiuntivo da 30 euro al mese a figlio per famiglie sotto 15.000 euro ISEE.