Il Consiglio dei ministri ha approvato in data 18 novembre 2021 il decreto legislativo che istituisce l’assegno unico e universale a sostegno delle famiglie con figli. A partire dall’anno prossimo, per ciascun figlio minorenne saranno erogati fino a un massimo di 175 euro al mese, a seconda del reddito ISEE. A partire dal terzo figlio, l’importo sale di un massimo di 85 euro al mese. Altri 30 euro al mese per figlio andranno alle famiglie con entrambi genitori che lavorano. Un extra di 20 euro al mese è stato previsto, invece, per le madri giovanissime di età fino a 21 anni.
L’importo massimo spetterà a chi dichiara redditi ISEE fino a 15.000 euro all’anno, circa la metà delle famiglie italiane stando allo stesso governo. L’importo minimo è fissato in 50 euro al mese per i redditi ISEE sopra 40.000 euro o per chi non presenti alcuna dichiarazione. Per i figli di età compresa tra 18 e 21 anni, nel caso in cui studiassero, svolgessero servizio civile, praticassero un tirocinio e guadagnassero fino a 8.000 euro al mese o frequentassero un corso di formazione, saranno erogati da 25 a 85 euro al mese.
Il caso dell’assegno unico per una famiglia con tre minori
L’assegno unico sostituisce i bonus vari ad oggi erogati alle famiglie con prole. Il beneficio netto risulterà evidentemente inferiore per coloro che già percepiscono sussidi come il bonus bebè, ecc. Tuttavia, esso è cumulabile con il reddito di cittadinanza, a cui l’importo sarà erogato nelle stesse modalità, cioè tramite accredito su carta. Ora, immaginiamo una famiglia composta da due adulti e tre figli minori, che vive in affitto. Stando all’attuale scala di equivalenza, oggetto di revisione da parte del governo Draghi in favore proprio delle famiglie con figli minori, l’importo del sussidio sarebbe uguale a: 500 euro per il primo adulto, altri 200 euro per il secondo adulto, altri 100 euro per ciascun minorenne.
La stessa famiglia avrebbe titolo a percepire 175 euro al mese per i primi due figli con l’assegno unico. Il terzo figlio farebbe scattare un pagamento extra di 85 euro, cioè 260 euro in tutto. Totale: 610 euro. Aggiunti ai 1.100 euro del reddito di cittadinanza si arriverebbe a un sussidio massimo complessivo di 1.660 euro al mese, cioè 19.920 euro all’anno.
Non è nostra intenzione esprimere giudizi di merito, ma ci limitiamo ad osservare che la metà delle famiglie che presenta una dichiarazione dei redditi guadagnerebbe ufficialmente meno di 15.000 euro all’anno. E stando ai tassi di occupazione, nel nostro Paese mancherebbero all’appello 3-4 milioni di posti di lavoro per tendere alla media europea. Pensate per caso che iniziative come queste incentivino l’occupazione o che non finiscano per alimentare ulteriormente il lavoro nero e l’inattività delle persone di età tra 15 e 64 anni?