Da quando è entrato in vigore l’Assegno Unico e Universale sui figli a carico, è una misura che ha rivoluzionato il sistema di welfare delle famiglie con figli.
La misura si rivolge a quelle famiglie che hanno figli fino a 21 anni di età. L’Assegno Unico, infatti, ha sostituito le detrazioni per carichi di famiglia, gli Assegni per il Nucleo Familiare, il Bonus Bebè e il Premio alla nascita, interessando molte famiglie. Sorgono però dubbi, soprattutto quando il figlio su cui si intende richiedere l’Assegno Unico è maggiorenne e lavoratore.
Una nostra lettrice ci chiede spiegazioni riguardo a un particolare aspetto che riguarda il figlio lavoratore ma studente universitario:
“Gentili esperti, oggi ho un dubbio che riguarda mio figlio di 20 anni, che frequenta il primo anno di giurisprudenza. Mio figlio è a carico di mio marito. Io sono casalinga e l’altro mio figlio ha 12 anni. Il maggiore studia all’università, ma lavora anche in un bar, tavola calda e paninoteca. Secondo voi, ho fatto bene ad indicarlo come figlio su cui prendere l’Assegno Unico nella domanda, perché impegnato in percorsi di studio universitario? Me lo chiedo perché il suo reddito supera gli 8.000 euro. Non vorrei che, se l’INPS avviasse dei controlli, finisca con il dover restituire i soldi dell’Assegno Unico che prendo sul mio primogenito. Credo di essermi spiegata bene. Grazie mille per il vostro aiuto, se potete.”
Assegno Unico ok se il figlio maggiorenne ha un lavoro? Ecco la risposta
L’Assegno Unico può essere percepito anche per i figli maggiorenni fino ai 21 anni. Per i maggiorenni, le famiglie possono anche decidere di indicare come beneficiario dell’erogazione l’IBAN del conto corrente del figlio e non necessariamente quello dei genitori. Tuttavia, gli importi dell’Assegno Unico sono più bassi per i figli maggiorenni rispetto a quelli più piccoli.
- Frequentano un corso di formazione scolastica, di formazione professionale o un corso di laurea;
- Partecipano a un tirocinio formativo;
- Svolgono il servizio civile universale;
- Svolgono un’attività lavorativa con un reddito complessivo non superiore a 8.000 euro annui;
- Sono iscritti al Centro per l’Impiego come disoccupati in cerca di occupazione.
Assegno Unico sui figli anche se questi lavora? A sorpresa, sembrerebbe di sì
Quando il figlio compie 18 anni, l’Assegno Unico viene sospeso dall’INPS in attesa che il richiedente aggiorni la scheda del figlio, indicando in quale delle situazioni sopra citate si trova. Le interpretazioni delle regole possono generare dubbi, ma sembra che basti solo una delle condizioni menzionate per rientrare nel beneficio.
È difficile avere un figlio che svolge servizio civile, lavora con un reddito sotto gli 8.000 euro, è iscritto come disoccupato e studia all’università contemporaneamente. Più plausibile è che il figlio rientri in uno dei casi menzionati singolarmente per rendere fruibile il bonus senza rischi.
Dubbi di interpretazione che l’INPS dovrebbe chiarire
La nostra lettrice dovrebbe essere tranquilla se il figlio studia all’università, poiché questa condizione è sufficiente per poter richiedere e percepire l’Assegno Unico sui figli, indipendentemente dal fatto che il ragazzo lavori e abbia un reddito superiore a 8.000 euro. L’INPS dovrebbe chiarire questi aspetti per evitare confusioni, soprattutto perché l’ISEE tiene conto del nucleo familiare incluso nella DSU.
Diverso sarebbe il caso di un figlio non convivente: per essere incluso nel nucleo familiare di origine, non dovrebbe essere autonomo economicamente e dovrebbe essere a carico fiscalmente del genitore. Per essere considerato a carico fiscalmente, il figlio deve avere meno di 4.000 euro di redditi propri nel secondo anno precedente il 2024, poiché l’ISEE fa riferimento ai redditi e patrimoni del 2022.