Assegno unico sui figli, attenti alla scadenza del 29 febbraio, cosa succede dopo?

Ecco come aumenteranno gli importi dell'Assegno Unico: tutto ciò che bisogna fare per non perdere il beneficio.
10 mesi fa
2 minuti di lettura
assegno unico
Foto © Pixabay

Alle famiglie che hanno già preso l’Assegno Unico sui figli a carico nel 2023, salvo se non sono sopraggiunte novità e variazioni nel nucleo familiare, non servirà fare nessuna nuova domanda. Significa che l’INPS erogherà il beneficio in automatico, come è successo a gennaio e come succederà a febbraio. Sugli importi però serve fare un chiarimento. Perché per qualcuno già a febbraio ci saranno novità e per altri da marzo. Anche perché c’è un adempimento importante da effettuare. Parliamo del rinnovo dell’ISEE, da cui dipendono le sorti dell’Assegno Unico per tante famiglie.

“Buonasera, ho una figlia di 10 anni su cui prendo l’Assegno Unico. Volevo sapere se qualcosa cambia adesso, visto che a gennaio ho preso 189 euro e a febbraio hanno già provveduto alla nuova disposizione di pagamento che è più alta come importo. Da cosa dipende? Io non ho provveduto a fare nessuna nuova domanda. C’è qualcosa che devo fare, magari andando al Patronato? Ho paura di dover restituire dei soldi oppure che di colpo mi tolgano il sussidio.”

[Sommario]

Assegno unico sui figli, attenti alla scadenza del 29 febbraio, cosa succede dopo?

Abbiamo già evidenziato in premessa che per l’Assegno Unico di cui già si è usufruito nello scorso anno non serve presentare nuova domanda. Salvo che nei casi di nuove nascite o adozioni. Però si deve presentare una nuova DSU e rinnovare pertanto l’ISEE. Questo adempimento non incide sul diritto all’Assegno Unico, ma incide sugli importi.

Inoltre, tra inflazione e perequazione e tra vecchio e nuovo ISEE, le cifre che le famiglie percepiscono cambieranno sicuramente. Anche per quanti a gennaio hanno preso la stessa identica cifra che hanno percepito per tutti i mesi del 2023. Il fatto che le famiglie interessate debbano rinnovare l’ISEE diventa fondamentale soprattutto perché è in arrivo una scadenza importante, cioè quella del 29 febbraio.

Come cambiano gli importi dell’Assegno Unico sui figli

L’Assegno Unico sui figli a carico sotto i 21 anni non ha nell’ISEE un obbligo, perché per prenderlo basta solo la domanda. Ma chi non ha un ISEE in corso di validità prenderà l’Assegno al minimo previsto che inizialmente era di 50 euro e che adesso, dopo la perequazione del 2023 e quella del 2024, dovrebbe salire a 57 euro. Questo importo oltre a essere destinato a famiglie prive di ISEE, è quello spettante a famiglie con un ISEE oltre 45.575 euro.

Va ricordato che l’importo massimo Assegno Unico nel 2024 dovrebbe sfiorare i 200 euro a figlio al mese. Questo per tutte le famiglie con un ISEE fino a 17.090 euro. Quindi, l’importo preso a gennaio dovrebbe cambiare già a febbraio, a prescindere dall’ISEE. Perché dipende dall’indicizzazione del trattamento al tasso di inflazione che come tutti sanno l’ISTAT ha certificato pari al 5,4%.

ISEE, inflazione, perequazione, ecco come cambiano le cifre da gennaio a febbraio e marzo nel 2024

L’importo dell’Assegno a febbraio potrebbe essere diverso anche per chi ha già provveduto a rinnovare l’ISEE. Perché come detto, se gli interessati nel 2023 avevano un ISEE inferiore alla soglia massima prevista per prendere l’importo pieno, mentre nel 2024 avranno un ISEE superiore a 17.090 euro, probabilmente vedranno calare il loro Assegno.

Il rischio maggiore però si materializzerà a marzo, e riguarderà quanti non provvedono entro il 29 febbraio a rinnovare l’ISEE. Per questi soggetti infatti, c’è il rischio che l’Assegno Unico passi da 189 euro a gennaio, a quasi 200 euro a febbraio per finire a 57 euro circa a marzo. Senza ISEE infatti le famiglie rischiano di prendere il minimo previsto che come detto riguarda chi supera la soglia ISEE e chi invece non ha una DSU in corso di validità.

Occhio alla scadenza del 29 febbraio e a quella del 30 giugno

Presentare la DSU per rinnovare l’ISEE entro il 29 febbraio mette al riparo tutti da una situazione di questo genere.

Ma anche per i ritardatari, per perdere definitivamente i soldi deve passare interamente anche il mese di giugno. Perché anche se a marzo si riceve soltanto il minimo previsto, rinnovando l’ISEE entro giugno, con il primo pagamento utile successivo al rinnovo dell’ISEE si recuperano anche gli arretrati. Se invece il rinnovo ISEE arriva dopo giugno, tutti i mesi pagati al minimo diventano definitivi e le somme mancanti non potranno più essere recuperate.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

reddito alimentare
Articolo precedente

Reddito alimentare, al via la fase progettuale per alcuni comuni

Diventare ricchi con Bitcoin?
Articolo seguente

Ecco come con Bitcoin saresti diventato miliardario puntando pochi euro