E’ la notizia degli ultimi giorni in tema di lavoro e malattia: entro i tre giorni non servirà più il certificato medico ma sarà sufficiente un’autodiagnosi del lavoratore. In questo modo il medico di base è esonerato da ogni responsabilità in caso di falsa malattia. La proposta ha suscitato un dibattito e c’è chi vi scorge una spinta all’assenteismo, che è già senza dubbio una piaga nel settore pubblico in primis ma anche privato.
Confindustria, infatti, ha ravvisato un passo indietro e contraddittorio rispetto alla lotta all’assenteismo e ai cd furbetti del cartellino in questa misura “contraria a quanto sarebbe necessario per aumentare il livello della produttività del lavoro”.
La ratio della novità starebbe, invece, in uno snellimento delle incombenze burocratiche. Ma quali sono i potenziali effetti: possiamo dire, mettendo da parte ipocrisie, che cambi veramente qualcosa rispetto a quanto succede oggi?
Autocertificazione per malattia breve: tre motivi per cui non cambia nulla
Partiamo da un dato di fatto che senza ipocrisie è inutile negare anche se corrisponde ad una condotta non professionale (e ricordiamo che per certificato in caso di falsa malattia risponde anche il medico di base): oggi, il medico di famiglia conosce i pazienti e, tendenzialmente, si fida di loro quindi accade che i certificati siano fatti dopo breve colloquio telefonico senza neppure la visita.
Ma ammettiamo anche che il medico di base sia scrupoloso e visiti di persona tutti i pazienti: se uno di questi lamenta malessere diffuso come negare la malattia anche in mancanza di una precisa diagnosi (leggi anche: assenza da malattia ma senza malattia in questo caso è possibile)?
Ultimo punto: anche in caso di auto certificazione del lavoratore resta l’obbligo di rispettare orari e reperibilità delle visite fiscali quindi non significa essere del tutto esenti da possibili controlli. Anzi: il medico di famiglia sarà esonerato dalla responsabilità (giustamente visto che si limiterebbe ad inoltrare la comunicazione dell’assenza per malattia ad Inps e datore di lavoro) e quindi ne risponderà direttamente il paziente.