Assistenza genitori disabili: con la legge 433 i figli sono tenuti solo a quella economica?

Quali obblighi hanno i figli verso i genitori anziani?
7 anni fa
2 minuti di lettura
lavoro domestico colf e badanti
Foto © Pixabay

Gentile Patrizia, 

vedo che risponde a molti dei suoi lettori e spero vorrà farlo anche con me. So che secondo la legge 433 tutti i figli sono tenuti all’assistenza economica dei genitori in stato di bisogno ma c’è qualche legge che prevede anche l’assistenza fisica da parte di tutti i figli per i genitori che ne hanno bisogno? Perchè io sono la terza di 3 fratelli, siamo tutti e 3 sposati e con famiglia ma a prendermi cura dei miei genitori, passando ogni giorno da loro per accertarmi che non abbiano bisogno di nulla o che stiano bene sono sempre e solo io.

I miei fratelli, se va bene, fanno una visita di cortesia la domenica quando si ricordano e penso che questo non sia giusto poiché se la mamma ed il papà hanno bisogno di medicinali, di essere accompagnati a fare una visita o di qualsiasi altra cosa a disposizione ci sono soltanto io. Posso rifarmi a qualche legge per imporre ai miei fratelli di aiutarmi?

La ringrazio anticipatamente

Silvia

Genitori anziani: obblighi economici

Con i genitori anziani molto spesso i figli devono prendere in mano la situazione e al di là del dovere di natura morale, che non impone alcun obbligo, ci sono una serie di obblighi imposti dalla legge ai figli nei confronti dei genitori.

Gli articoli 433 e seguenti del codice civile stabiliscono che i figli sono tenuti a fare fronte a tutte le necessità di cura e assistenza di cui abbiano bisogno i genitori che sono incapaci di provvedere ai propri bisogni con i propri redditi.

La legge in questione prevede, infatti, che “chi versa in stato di bisogno e non è in grado di provvedere al proprio mantenimento” deve contare sui propri figli.

I figli, in questo caso, sono tenuti, tutti secondo le proprie capacità economiche, a provvedere al sostentamento dei genitori corrispondendo gli alimenti che non devono limitarsi alla sopravvivenza vitale ma anche agli strumenti che permettano di soddisfare altre esigenze di vita quotidiana.

Assisitenza fisica verso i genitori

Quello che preoccupa la nostra lettrice, però, non sembra essere il profilo economico che proprio non menziona, ma il carattere morale dell’assistenza da parte dei figli verso i genitori.

Non esiste alcuna norma giuridica che obbliga i figli l’obbligo di prestare assistenza fisica ai propri genitori, è un comportamento che viene rimesso alla buona volonta dei figli e al loro legame affettivo con i genitori. Non esiste nessuna legge che stabilisca turni secondo i quali i fratelli debbano suddividersi l’onere dell’assistenza fisica dei genitori anziani ma secondo l’articolo 591 del codice penale i figli che si rifiutano di prestare assistenza a genitori anziani non autonomi configurano il reato di abbandono di minori o persone incapaci. La legge in riguardo dice testualmente che “Chiunque abbandona… una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”.

Da questa norma, quindi, è possibile trarre un obbligo di provvedere ai propri genitori in condizioni di salute precarie che abbiano bisogno di assistenza e tale obbligo deve gravare su tutti i figli in parte uguale. Se uno dei figli non adempie all’obbligo volontariamente può essere denunciato in sede penale.

Ma se i genitori non versano in stato di salute precario tale obbligo non si configura e i genitori in questione, proprio perché se ne occupa la sorella, godono delle cure necessarie . I fratelli, quindi, non stanno lasciando i genitori in balia di se stessi mettendo in pericolo la loro incolumità.

Per dubbi e domande contattami: [email protected]

 

invalidità civile
Articolo precedente

Pensione e invalidità, cosa cambia per i dipendenti pubblici

bollo auto e legge 104
Articolo seguente

Bollo auto e legge 104, l’invalido con l’art. 3 comma 3, ha diritto all’esenzione?