Martedì 12 novembre si terrà l’asta mensile per l’emissione del nuovo Bot a 12 mesi e la riapertura di un ex annuale in scadenza nel gennaio prossimo (ISIN: IT0005580003). In tutto il Tesoro punterà a raccogliere 9 miliardi di euro, di cui 7,5 miliardi con il nuovo bond e 1,5 miliardi con la terza tranche del secondo. Lo stesso giorno arrivano a scadenza titoli di stato annuali per un controvalore di 9,6 miliardi. Ciò lascia presagire che la domanda sarà buona, in quanto gli investitori istituzionali tendono solitamente a rinnovare i bond a breve termine posseduti.
Rendimenti su con rielezione di Trump
Questo dato ci suggerisce anche che le dimensioni del debito pubblico italiano non aumenteranno a seguito di questa asta di Bot. Al contrario, registreranno una lieve diminuzione. Ma ora veniamo alle condizioni di mercato. Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, i rendimenti sovrani sono risaliti ai massimi da alcuni mesi. Ieri, il BTp a 10 anni superava nuovamente la soglia del 3,80%. Questa mattina, invece, offre meno del 3,70%.
Bot 12 mesi, ecco il possibile guadagno
Il “Trump trade“ ha avuto ripercussioni anche sul tratto medio-breve della curva dei tassi, ma in misura minore. Il Bot a 12 mesi in asta dovrebbe esitare un rendimento lordo in area 2,65%. Il titolo con scadenza 14 novembre 2025 e data di emissione 14 novembre 2024 avrà una durata esatta di 365 giorni. Prevediamo che il prezzo di aggiudicazione si aggiri intorno a 97,40 centesimi, sempre che da qui a martedì le condizioni di mercato non subiscano drastiche variazioni. Tutto è possibile.
Quanto all’altro bond, parliamo di un ex Bot a 12 mesi emesso in asta nel gennaio di quest’anno, ma che oramai ha una durata residua di 61 giorni dalla data di regolamento del 14 novembre. Il rendimento annualizzato supera di poco il 2,45% con una quotazione di mercato a quasi 99,60 centesimi.
Asta Bot appetibile dopo anni di rendimenti negativi
L’asta dei Bot è sempre un appuntamento interessante per coloro che vogliano restare liquidi senza rinunciare a un minimo guadagno. In questi anni, a seguito dell’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea, questi titoli sono diventati appetibili dopo un lungo periodo in cui esitavano rendimenti negativi e, pertanto, infliggevano perdite certe a chi li acquistava.