Si terrà il prossimo 26 aprile l’asta di Buoni ordinari del Tesoro (BoT). L’obiettivo del Ministero di economia e finanze stavolta è di raccogliere 6 miliardi di euro attraverso l’emissione di due tranche già in circolazione. Dunque, non ci sarà l’emissione di nuovi titoli semestrali o annuali. Nel dettaglio, 2,5 miliardi arriveranno con la terza tranche del BoT in scadenza il 14 febbraio 2024 (ISIN: IT0005532988). Esso presenta una durata residua di 292 giorni dalla data di regolamento del 28 aprile. Pertanto, è un bond ormai di 9 mesi.
L’altra tranche in offerta con l’asta BoT riguarda una scadenza in data 29 settembre 2023 (ISIN: IT0005541278). Porterà in cassa altri 3,5 miliardi. Qui, parliamo di una durata residua di 154 giorni, ossia di 5 mesi. Queste due tranche serviranno a ripagare un BoT a 6 mesi in scadenza proprio il 28 aprile per 6 miliardi. In pratica, il Tesoro con una mano prende e con l’altra ripaga gli investitori. Una partita di giro, che verosimilmente vedrà molti degli obbligazionisti attuali semplicemente rinnovare l’investimento alla scadenza con l’acquisto di una o entrambe le tranche in offerta.
Asta BoT per impiegare liquidità
Sulla base dei rendimenti in vigore sul mercato secondario, possiamo dirvi che il BoT a 9 mesi prezza attualmente a poco più di 97,30 centesimi, offrendo un rendimento lordo alla scadenza superiore al 3,40%. Il BoT a 5 mesi si compra per poco più di 98,55 centesimi e per un rendimento del 3,35%. Ricordiamo che questi titoli non staccano alcuna cedola e, dunque, il rendimento per l’investitore deriva solamente dalla differenza tra prezzo di rimborso (100) alla scadenza e prezzo di acquisto.
Pur essendo titoli di stato a breve termine, offrono rendimenti in linea con le scadenze medio-lunghe. E questo è conseguenza dell’appiattimento della curva, a sua volta derivante dalla stretta monetaria della Banca Centrale Europea (BCE). L’aumento dei tassi d’interesse si riflette sul mercato monetario, cioè sui titoli più corti.