Mercoledì 29 marzo, il Ministero di economia e finanza offre due Buoni ordinari del Tesoro (BoT) in asta per raccogliere complessivamente 7 miliardi di euro. Le emissioni di titoli del debito pubblico procedono a ritmi serrati. Non c’è tempo da perdere, dato che nell’intero anno ammontano a circa 500 miliardi tra titoli a breve e medio-lunga scadenza in scadenza e deficit da finanziare sui mercati. Nel dettaglio, per uno dei due titoli in offerta si tratta di una riapertura, vale a dire non di nuova emissione, bensì di un’asta di BoT già in circolazione.
C’è anche la riapertura del BoT a 12 mesi per 2 miliardi. In questo caso, la scadenza è per il 14 luglio 2023 (ISIN: IT0005500027). Come potete vedere, la durata residua è di circa tre mesi e mezzo. In effetti, questo titolo sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana quotava al termine della seduta scorsa a 99,21 centesimi, pari a un rendimento lordo alla scadenza del 2,69%.
Asta BoT, picco rendimenti in estate?
Questa asta di BoT servirà perlopiù a rinnovare i titoli semestrali in scadenza il 31 marzo per 5,5 miliardi. Al netto, quindi, la massa dei BoT in circolazione salirà di 1,5 miliardi dai 110,416 miliardi al 14 marzo scorso. I BoT sono bond senza cedola, il cui rendimento è dato solamente dalla differenza tra il prezzo di rimborso alla scadenza e il prezzo di acquisto. Sono emessi per fronteggiare esigenze di liquidità a breve termine.
Hanno un senso sul piano degli investimenti? Possono essere un’alternativa alla detenzione di liquidità in banca nell’attesa di puntare dopo pochi mesi su asset più redditizi.