Risultati asta BoT 6 e 12 mesi, rendimenti ancora su e non sarebbe finita

Il Tesoro ha raccolto altri 5 miliardi di euro con la riapertura dei BoT a 6 e 12 mesi all'asta di oggi. I rendimenti sono schizzati in alto.
2 anni fa
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Riapertura in asta di due Bot per il 29 ottobre
Riapertura in asta di due Bot per il 29 ottobre © Licenza Creative Commons

Altri 5 miliardi di euro sono stati messi in cassa dallo stato con l’emissione di oggi di due Buoni ordinari del Tesoro (BoT). Si è trattato, a dire il vero, di un’asta dedita alla riapertura di due titoli di stato a 6 e 12 mesi. Nel dettaglio, 3 miliardi sono arrivati grazie al BoT in scadenza il 31 luglio 2023 (ISIN: IT0005531295). Bene la domanda, pari a 4,72 miliardi. Ma il rendimento è schizzato al 3,05%, dato che il prezzo di aggiudicazione è stato di 98,72 centesimi. E 2 miliardi sono stati incassati con l’emissione di una nuova tranche del BoT con scadenza il 14 dicembre 2023 (ISIN: IT0005523854).

In questo caso, il rendimento è salito al 3,236% per mezzo di un prezzo di aggiudicazione di 97,468 centesimi.

Avevamo scritto alla vigilia che questa asta avrebbe offerto soddisfazioni ai risparmiatori. Spuntare rendimenti lordi sopra il 3% per vincolare la propria liquidità per pochi mesi è qualcosa che non ci eravamo più sognati di pensare negli anni passati. Tutto questo è il frutto di un restringimento delle condizioni monetarie. La Banca Centrale Europea ha portato i tassi d’interesse al 3%. Secondo le previsioni del mercato, questi saliranno ancora fino al 4% o anche oltre. Ciò significa che, potenzialmente, i BoT alle prossime aste potranno continuare a salire.

Rendimenti BoT in ascesa, come negli USA

Negli Stati Uniti, sta accadendo la stessa cosa. Anzi, poiché la Federal Reserve ha già alzato i tassi al 4,75%, il T-bill a 6 mesi offre ormai un rendimento del 5,10%. Secondo qualche analista, arriverà al 6% prossimamente. Sarebbe il dato più alto dal 2000. Nel caso dei titoli americani, stiamo assistendo a una palese inversione della curva, con le scadenze più lunghe a rendere di meno di quelle più brevi. In Italia, non siamo a questi livelli, anche se la curva dei titoli di stato si sta sempre più appiattendo. Il trentennale offre poco più del decennale, che a sua volta riduce le distanze con i BoT.

Dopo anni a leggere che “cash is trash”, è tornato il momento del “cash is king”. Non nel senso che bisogna restare liquidi, tutt’altro. Con un’inflazione così alta, sarebbe un suicidio economico. Semmai, avere risparmi da impiegare a breve termine e in asset altamente liquidi come lo sono i BoT sta diventando una strategia sempre più remunerativa in un’ottica di breve termine. E non ci priva dell’opportunità di puntare all’occorrenza su asset a lunga scadenza, che con il raggiungimento dell’apice dei tassi saranno massimamente appetibili.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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