Mercoledì 29 gennaio il Tesoro emetterà in asta nuovi Bot a 6 mesi per un controvalore di 6,5 miliardi di euro. All’asta supplementare del giorno successivo, riservata come sempre agli specialisti in titoli di stato, verrà offerta una seconda tranche per l’importo del 15% rispetto alle assegnazioni del giorno precedente. In totale, quindi, l’emissione complessiva potrà sfiorare i 7,50 miliardi. Da considerare che venerdì 31 gennaio, in coincidenza con la data di regolamento dell’operazione, arriveranno a scadenza altri Bot a 6 mesi per 9,35 miliardi. Dunque, le dimensioni del debito pubblico italiano non saliranno a seguito di questa asta. Anzi, si ridurranno di un paio di miliardi.
Una buona notizia, considerato che lo stock sia salito sopra i 3.000 miliardi a novembre, superando tale soglia psicologica per la prima volta.
I nuovi Bot a 6 mesi hanno scadenza in data 31 luglio 2025, mentre la loro data formale di emissione sarà il prossimo 31 gennaio. Pertanto, essi debutteranno con durata iniziale di 181 giorni. Stando alle attuali condizioni di mercato, offriranno intorno al 2,50% in termini di rendimento annualizzato. Se così, il prezzo di aggiudicazione sarà fissata in area 98,75 centesimi.
Bot a 6 mesi meno redditizi nei prossimi mesi
Ancora una volta le scadenze brevi ci offrono l’opportunità di impiegare la liquidità in modo fruttifero e a condizioni affatto inappetibili. Certo, un Bot a 6 mesi non si può considerare un vero investimento; semmai, alternativa spicciola e sicura a un conto deposito. Già a dicembre, in media questo strumento per l’impiego dei risparmi rendeva in media il 3,04% lordo per le nuove offerte, ma a fronte di una tassazione del 26% contro il 12,50% imposto sui titoli di stato.
I rendimenti sono destinati a scendere nei prossimi mesi su questo tratto della curva, man mano che la Banca Centrale Europea proseguirà nella sua politica di taglio dei tassi di interesse. Già questo giovedì dovrebbe annunciare il quinto taglio dello 0,25% e portare, quindi, il tasso sui depositi bancari al 2,75%. Era al 4% fino al giorno dello scorso anno.