Domani, il Tesoro terrà la sua consueta asta mensile di BoT a 6 mesi. Sarà la prima dopo le elezioni politiche di domenica scorsa, che hanno visto affermarsi il centro-destra di Giorgia Meloni. Già stamattina, però, sarà la volta dei titoli di stato a medio-lungo termine, un banco di prova per verificare la reazione degli investitori al voto sul mercato primario. Nel dettaglio, saranno in offerta Buoni ordinari del Tesoro per l’importo minimo di 5 miliardi di euro. Scadenza 31 marzo 2023 (ISIN: IT0005508244), avranno durata pari a 182 giorni.
Di BoT a 6 mesi ve ne sono già in circolazione per 28,4 miliardi di euro, a cui si aggiungono 80,75 miliardi di BoT a 12 mesi. In totale, 109,1 miliardi. I BoT sono titoli di stato della durata massima di un anno e senza cedola. Per l’obbligazionista il rendimento è determinato dalla differenza tra il prezzo di rimborso alla scadenza (100) e il prezzo di acquisto.
Sulla base dell’andamento della curva delle scadenze in Italia, l’asta BoT a 6 mesi domani esiterebbe un rendimento lordo annualizzato in area 1,65%. Ciò significa che con ogni probabilità il titolo sarà collocato sul mercato a una quotazione di poco superiore a 99,15. Se considerate che l’inflazione annua nel nostro Paese ad agosto sia schizzata all’8,4%, tanto basterebbe per neppure prendere in considerazione un simile investimento così scarsamente redditizio.
Asta BoT 6 mesi tra inflazione e ripresa bond
Tuttavia, l’asta BoT a 6 mesi può rivelarsi un modo per impiegare in maniera fruttifera la liquidità a breve, magari in assenza di valide alternative altrettanto redditizie e in attesa di acquistare asset più soddisfacenti. In effetti, non vi sfugga che la scadenza di questi titoli sarà alla fine della prossima primavera, quando verosimilmente l’inflazione avrà toccato il picco e il peggio della crisi energetica sarà alle spalle. Il mercato ad oggi sconta che per quei mesi i tassi BCE avranno toccato il picco.
In un simile scenario, i BoT a 6 mesi vi saranno rimborsato proprio quando vi sarebbero migliori opportunità di impiego della liquidità a scopo speculativo, ovvero a tassi massimi e prezzi in possibile ascesa. Dunque, l’asta BoT in sé può apparire di scarso interesse, ma la tempistica può offrire qualche seria soddisfazione. Del resto, sappiamo tutti che l’obbligazionario dovrà superare l’inverno prima di ragionare su una risalita. Il suo destino è legato all’inflazione, che a sua volta risente del caro bollette legato alla guerra e, chiaramente, alla stagione degli alti consumi di luce e gas.