Il Tesoro domani cercherà di piazzare in asta BTp a medio-lunga scadenza per un importo compreso tra un minimo di 7 a un massimo di 8,75 miliardi di euro. In offerta vi saranno i seguenti quattro titoli di stato:
- BTp 15 gennaio 2026, cedola 3,50%, 3,25-3,75 miliardi, prima tranche (ISIN: da attribuire);
- BTp 15 giugno 2029, cedola 2,80%, 2,25-2,75 miliardi, nona tranche (ISIN: IT0005495731);
- BTp 01 marzo 2038, cedola 3,25%, 0,75-1 miliardo, quarta tranche (ISIN: IT0005496770);
- BTp 01 agosto 2039, cedola 5%, 0,75-1,25 miliardi, ventiduesima tranche (ISIN: IT0004286966).
Come potete notare, si tratta di scadenze che vanno dal nuovo benchmark a 3 anni fino a una durata residua di 17 anni.
Asta BTp occasione per cedole elevate
Dunque, in asta BTp c’è il nuovo triennale. Cedola assai interessante per una scadenza così corta. Riflette il momento particolare sui mercati finanziari, con il rialzo dei tassi BCE che ha chiuso la lunga era dei rendimenti negativi per le scadenze medio-corte in tutta l’Eurozona. Il Tesoro comunica che la prima cedola in pagamento sarà “corta” e pari a 0,855978% del valore nominale del bond. Infatti, essa farà riferimento a un periodo di 90 giorni su un semestre di 184 giorni.
Per capirci, la prima cedola maturerà dalla data del prossimo 17 ottobre, la stessa fissata per il regolamento delle sottoscrizioni. E poiché la prima data di pagamento sarà il 15 gennaio, ci saranno appena 90 giorni esatti, meno della metà dell’intero semestre. Sapete che spesso il Tesoro fissa date di godimento anteriori a quelle di acquisto, così da erogare alla prima scadenza una cedola intera. Non è questo il caso. Del resto, l’obbligazionista non avrebbe di cosa lamentarsi. In giro per l’Europa non si trovano titoli di stato con cedole così generose per un investimento di appena tre anni. A meno che non si vada ad Atene, a fronte di un rischio di credito superiore.