Domani, mercoledì 25 ottobre, si terrà un’asta di BTp a medio-lunga scadenza per l’importo minimo di 3 miliardi e massimo di 4 miliardi di euro. Saranno due i titoli di stato in offerta. Il Tesoro cercherà di raccogliere tra 2 e 2,5 miliardi con l’emissione della settima tranche del BTp short term in scadenza il 29 settembre 2025 e cedola 3,60% (ISIN: IT0005557084). Si tratta di un bond della durata residua oramai inferiore ai due anni. Al termine della settimana passata, il prezzo di mercato si aggirava in area 99,15 centesimi, leggermente sotto la pari.
Come sappiamo, i BTp short term sono titoli di stato della durata compresa tra un minimo di 18 e un massimo di 30 mesi all’atto della loro emissione. Nello specifico, la prima tranche risale al 27 luglio scorso, per cui questo bond risulta in circolazione da meno di tre mesi e per un importo di 6,5 miliardi.
BTp€i segnala inflazione Eurostat sopra 2%
E all’asta di BTp troveremo anche la settima tranche del BTp€i con scadenza 15 maggio 2029 e cedola reale 1,50% (ISIN: IT0005543803). Anche in questo caso, il titolo tratta sotto la pari. Lo abbiamo lasciato a 96,56 centesimi venerdì scorso. Il suo rendimento reale, quindi, viaggia in area 2,20%. Questo bond è indicizzato al tasso d’inflazione Eurostat per l’intera Eurozona. Se andiamo a guardare il rendimento offerto dal bond del Tesoro di pari durata con cedola fissa, ci accorgiamo che esso si aggiri intorno al 4,40%. Questo significa che siamo dinnanzi a una differenza del 2,20%. In pratica, il bond ordinario rende il doppio del BTp€i 2029.
Da questo spread, deduciamo anche che il mercato si attende un tasso d’inflazione europea medio per i prossimi circa cinque anni e mezzo del 2,20%. E’ un dato superiore al target del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea.
Asta BTp per titoli medio-lunghi
In definitiva, l’asta di BTp di domani consentirà al mercato di puntare su due titoli di durata medio-lunga. Il primo offre un rendimento certo e sopra il 4% lordo, a fronte di una scadenza inferiore ai 24 mesi. Il secondo offre un rendimento reale di per sé interessante, a patto però che l’inflazione nell’Eurozona non si riveli più bassa delle previsioni in esso insite. Se accadesse, sarebbe meglio investire sul bond di pari durata e con cedola fissa. Ma sono discorsi che si potranno fare con certezza solo a posteriori o a ridosso delle scadenze considerate.