Dopo i BoT a 12 mesi e il collocamento sindacato per il nuovo BTp a 20 anni, il Tesoro tiene domani la sua prima asta di BTp a medio-lungo termine del nuovo anno. Una settimana affollata per lo stato italiano, che cerca così di raccogliere un ammontare di capitali elevato in vista dei 500 miliardi di euro complessivi da reperire nel corso del 2023. Saranno due i titoli di stato in offerta:
- BTp 3 anni (ISIN: IT0005514473) – scadenza 15 gennaio 2026 – cedola 3,50% – settima tranche – importo 3-3,5 miliardi di euro;
- BTp 7 anni (ISIN: IT0005519787) – scadenza 15 dicembre 2029 – cedola 3,85% – quinta tranche – importo 3-3,5 miliardi di euro.
Lunedì pomeriggio, il sito del Ministero di economia e finanze rendeva noto che, a seguito del lancio del nuovo BTp a 20 anni, all’asta BTp di domani non ci sarebbero stati in offerta titoli di stato di durata superiore ai 10 anni.
I due titoli all’asta BTp
Il BTp a 3 anni prezzava ieri poco sopra la pari, a 100,30. Il rendimento lordo alla scadenza risultava del 3,35%. Questo bond ha meno di tre mesi di vita e la quotazione ha oscillato tra un massimo di 102 ai primi di dicembre e un minimo di 99,40 all’ultima seduta del 2022. Il rimbalzo si deve al tendenziale calo dei rendimenti obbligazionari su tutti i mercati avanzati in questo primo scorcio di gennaio. Il rendimento attualmente offerto sarebbe teoricamente appena sufficiente a coprire l’inflazione attesa dal governo italiano nel triennio 2023-2025.
E passiamo al BTp a 7 anni, che ieri prezzava sotto la pari, a 99,25 centesimi per un rendimento lordo alla scadenza del 3,96%. Due mesi di vita, in questo caso. La quotazione ha toccato il suo apice ad oltre 103 più di un mese fa, il minimo a 97 centesimi a fine 2022.
Rendimenti ancora sufficienti
In altre parole, l’asta BTp di domani offre due titoli entrambi discretamente appetibili per le famiglie, specie la scadenza più lunga. Non sappiamo, infine, se il rimbalzo di questi giorni proseguirà. Se così, questa sarebbe una delle ultime possibilità di entrare sul mercato obbligazionario a tassi d’interesse e rendimenti interessanti. Lo avevamo detto anche un mese fa, sebbene il tonfo dei prezzi seguito all’ultimo board della Banca Centrale Europea avesse generato un po’ di pessimismo tra analisti e investitori.