Il Tesoro colloca oggi all’asta BTp 15 luglio 2022 (ISIN: IT0005366007) e BTp 15 luglio 2026 (ISIN: IT0005370306) per un controvalore minimo-massimo di 2,5-3 miliardi di euro i primi e 2-2,5 miliardi i secondi. I triennali staccano cedola annuale dell’1%, i titoli a 7 anni del 2,10%. Si tratta di bond già esistenti sul mercato secondario, in quanto le emissioni di questa mattina saranno rispettivamente la nona e la settima tranche. In particolare, il BTp luglio 2022 chiudeva ieri a 101,3, per cui offriva un rendimento lordo dello 0,57%.
In entrambi i casi, si tratta di livelli di rendimento relativamente elevati, se si considerano i concorrenti nell’Eurozona. La Spagna, ad esempio, sulle medesime scadenze offre rispettivamente il -0,38% e lo 0,03%, per cui gli spread con i Bonos si attestano nel primo caso in area 95 punti base e nel secondo a 130. Il restringimento di questi differenziali sarebbe ipotizzabile in condizioni monetarie attese per il prossimo futuro ancora più accomodanti e in un clima di collaborazione tra Italia e Commissione UE sulla legge di Stabilità 2020.
A conti fatti, se i due BTp all’asta odierna dovessero rendere nei prossimi mesi quanto gli omologhi spagnoli, il luglio 2022 salirebbe di prezzo di poco oltre il 2%, il luglio 2026 di ben l’8%. Non poco per due titoli, che già rispetto a quasi tutti gli altri bond dell’Eurozona rendono positivamente su entrambe le scadenze, con il settennale a coprire, pur a malapena, l’attuale tasso di l’inflazione. La domanda dovrebbe essere sostenuta, guardando al forte successo del BTp 2067 dell’altro ieri, proprio per la fame di rendimento sui mercati avanzati di questi tempi. Il Tesoro dovrebbe offrire un rendimento appena superiore a quello vigente sul secondario per entrambi i bond, chiaramente non oltre un paio di punti base extra.
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