Per il 30 luglio, il Tesoro ha comunicato che terrà un’asta per emettere la nona tranche dei BTp luglio 2024 (ISIN: IT0005367492) per un importo compreso tra 2,25 e 2,75 miliardi di euro e l’undicesima tranche dei BTp agosto 2029 (ISIN: IT0005365165) per 2,75-3,25 miliardi. In tutto, punta a collocare sul mercato titoli del debito pubblico italiano per un controvalore tra 5 e 6 miliardi. Inutile ribadire che questo si stia mostrando un ottimo momento per le emissioni sovrane in tutta l’Eurozona. Ieri, all’uscita del comunicato BCE sull’esito della riunione del board, i rendimenti a 10 anni sono crollati di 10 punti base, scendendo fin sotto l’1,40%, salvo risalire in chiusura di seduta a 1,50%.
BTp marzo 2032, perché è l’unico a rendere sotto la pari?
Vediamo adesso le caratteristiche dei due bond in asta. Il BTp luglio 2024 è chiaramente un quinquennale e offre cedola 1,75%. Alla chiusura di ieri, quotava sul secondario 104,7, per cui offriva un rendimento dello 0,77%. La cedola staccata due volte l’anno e pari allo 0,875% ciascuna viene commisurata sul valore nominale del titolo, cioè a 100. Pertanto, rispetto alla cifra investita per acquistare il bond, essa equivarrebbe all’1,67%.
Il BTp agosto 2029 è, invece, al momento il “benchmark” decennale. Offre cedola 3% e sul secondario lo si acquistava ieri a 113,65, per un rendimento lordo dell’1,505%. Anche in questo caso, la cedola è rapportata al valore nominale di 100, per cui equivarrebbe al 2,64% dell’investimento, restando elevata di questi tempi. Sia il titolo a 5 anni che quello a 10 anni si mostrano relativamente generosi, se confrontati con gli omologhi emessi da stati come Spagna e Portogallo. Sulle due scadenze, Madrid offre al momento il -0,24% e lo 0,34% rispettivamente, Lisbona il -0,22% e lo 0,43%.
Prospettive e rischi da emissioni sopra la pari
Se i BTp dovessero portarsi ai livelli spagnoli, salirebbero di prezzo l’uno di oltre il 4% e il secondo del 9,5%.
Per chi volesse detenere i titoli alla scadenza, nessuna volatilità impatterebbe mai sul suo portafoglio. C’è un ultimo problema, però, da evidenziare anche per questi investitori individuali cassettisti. Essendo i due bond acquistabili sopra la pari, infliggono minusvalenze alle date del rimborso. Se entro i successivi 5 anni si maturano plusvalenze di uguale importo, il fisco consente di utilizzare il credito d’imposta a titolo di compensazione, altrimenti questo va perduto. E questo credito sarebbe pari all’1,71% per il decennale (12,50% su 13,65) e allo 0,59% per il quinquennale (12,50% su 4,72). Sarebbe un peccato sprecarlo, specie su cifre investite elevate; di fatto si pagherebbero più imposte del dovuto, percependosi un rendimento netto effettivo inferiore.
Tassazione BTp, ecco come funziona con cedole e capital gain e come pagare meno