Le emissioni di debito pubblico italiano a settembre si concluderanno con un’asta di BTp a medio-lunga scadenza. Si terrà questo giovedì 29. In offerta vi saranno tre titoli e per importi complessivamente importanti: si va da una raccolta minima di 5 a una massima di 6,25 miliardi di euro. Nel dettaglio, ecco quali bond si potranno prenotare fino alle ore 11.00 del 29 settembre:
- BTp 01/12/2027 e cedola 2,65% (ISIN: IT0005500068), settima tranche, 2,25-2,75 miliardi;
- BTp 01/12/2032 e cedola 2,50% (ISIN: IT0005494239), undicesima tranche, 2-2,50 miliardi;
- CcTeu 15/04/2029 e cedola 0,322%+spread 0,65% (ISIN: IT0005451361), quindicesima tranche, 0,75-1 miliardo;
La seduta di ieri per i titoli di stato italiani è stata caratterizzata da un sostanzioso rialzo dei rendimenti, sebbene Piazza Affari abbia chiuso positivamente e meglio delle altre borse europee.
Asta BTp test per rischio Italia sotto Meloni
Ad ogni modo, quello di giovedì sarà un altro test per valutare il rischio Italia con il governo Meloni sulla cui nascita i partiti della coalizione vincitrice stanno già trattando e lavorando. La scadenza decennale offre un rendimento superiore al 4,60% in questa mattinata. Lo spread BTp-Bund è salito a ridosso dei 250 punti base, ai massimi dalla caduta del governo Draghi a luglio. Lo stesso quinquennale si mostra ormai interessante, esitando in queste ore un rendimento di poco superiore al 4%.
L’asta BTp può essere, quindi, un’opportunità per acquistare a forte sconto titoli con rendimenti sempre più alti e che partono già da cedola significative. Non meno interessante il CcTeu, che come sappiamo è un bond del Tesoro con cedola agganciata all’Euribor a 6 mesi.
Nel complesso, stiamo parlando di titoli di stato con rendimenti compresi tra 3,50% e il 4,60%. In un’ottica di medio-lungo periodo, l’investimento sarebbe più che ripagato. Se non si pensa di poter attendere le scadenze, si può sempre confidare in un molto probabile rialzo dei prezzi per poter disinvestire con profitto. Le turbolenze di mercato, però, per i prossimi mesi non mancheranno. Anzi, sembra che si accentueranno e non solo e neppure tanto per il rischio Italia in sé.