Asta BTp short term e indicizzati 26 gennaio, ecco i titoli offerti dal MEF

Il Tesoro offre BTp short term e indicizzati all'asta del 26 gennaio. Un'occasione per puntate su titoli brevi e difensivi dall'inflazione.
2 anni fa
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CcTeu 2031, emissione da 2 miliardi di euro
CcTeu 2031, emissione da 2 miliardi di euro © Licenza Creative Commons

Giovedì 26 gennaio il Ministero di economia e finanze terrà un’asta per il collocamento sul mercato di BTp short term e indicizzati all’inflazione dell’Area Euro per l’importo complessivo compreso tra 3,75 e 5 miliardi di euro. Saranno tre i titoli offerti:

  • BTp scadenza 15 novembre 2025, cedola 2,50%, 14-esima tranche, 1,5-2 miliardi (ISIN: IT0005345183);
  • BTp scadenza 01 giugno 2025, cedola 1,50%, 14-esima tranche, 1-1,25 miliardi (ISIN: IT0005090318);
  • BTp€i 15 maggio 2033, cedola 0,10%, dodicesima tranche, 1,25-1,75 miliardi (ISIN: IT0005482994).

BTp short term sui generis

Sarà l’occasione per il mercato di puntare su titoli di stato a breve termine o difensivi contro la perdita del potere di acquisto nell’Area Euro.

I rendimenti sono diminuiti fortemente in questo primo mese del nuovo anno. Basti pensare al decennale, passato dal 4,70% di fine dicembre al 4% di ieri. E la scorsa settimana, era sceso fino ad un minimo di poco superiore al 3,70%. Tuttavia, i rendimenti restano interessanti dopo anni a rivelarsi negativi persino in termini nominali sulle scadenze medio-brevi.

Sul finire della scorsa settimana, la loro risalita è stata dovuta ai commenti “hawkish” da parte di alcuni esponenti della Banca Centrale Europea, tra cui lo stesso governatore Christine Lagarde al vertice di Davos, Svizzera.

Tornando all’asta BTp, quelli che il Tesoro definisce “short term” non sono altro che titoli di stato con durata iniziale rispettivamente di 7 e 10 anni, i quali adesso presentano una longevità residua tra 2 e 3 anni. I BTp short term propriamente detti hanno durata compresa tra 18 e 30 mesi. A tale definizione sfugge, ad esempio, il BTp 15 novembre 2025.

Asta BTp, fattore dietimi

Entrambi i titoli in scadenza nel 2025 ieri hanno chiuso la seduta con un rendimento lordo annuale al 3,01%. Quanto al BTp€i 2033, si tratta di un bond indicizzato all’inflazione nell’Area Euro. Sempre ieri, offriva il 2,10% reale. Per tutti e tre i titoli vanno considerati anche i giorni di dietimi ai fini del pagamento del 30 gennaio, giorno di regolamento delle sottoscrizioni.

Essi sono i giorni di maturazione degli interessi dall’ultimo stacco della cedola. Nel caso del BTp novembre 2025 e del BTp€i 2033 sono 76, mentre per il BTp giugno 2025 sono 60.

Ecco cosa significa in termini pratici. Prendiamo il BTp novembre 2025. Se lo compraste in asta ad un prezzo di 99,46 centesimi, quanto quello di chiusura nella seduta di ieri, spendereste 994,60 euro per ogni 1.000 euro di investimento nominale. Tuttavia, dovreste corrispondere al Tesoro anche i 76 giorni di dietimi, dato che il 15 maggio 2023 incassereste la cedola semestrale dell’1,25% per intero. E questi 76 giorni si riferiscono ad un semestre di 181 giorni (15 novembre 2022/15 maggio 2023), cioè incidono per il 41,99% del tempo. Pertanto, paghereste al Tesoro lo 0,5249% in più, qualcosa come 5,25 euro.

Stesso discorso per il BTp giugno 2025: 60 giorni di dietimi su un semestre (1 dicembre 2022/1 giugno 2023) di 182 giorni, pari al 32,97% della cedola semestrale dello 0,75%. Paghereste lo 0,2473% del valore nominale in più, circa 2,5 euro su 1.000 euro. Infine, discorso più complesso per il BTp€i 2033. I 76 giorni di dietimi insistono su un semestre di 181 giorni, pari allo 0,04199% del valore nominale. Quest’ultimo, però, va moltiplicato per l’inflazione Eurostat cumulata tra la data di emissione e la data di sottoscrizione del bond. Al 30 gennaio, il coefficiente d’indicizzazione per il Tesoro è pari a 1,1199. Dunque, non paghereste i 1.000 euro, bensì 1.119,90 euro. Su questo valore si calcola la cedola semestrale. Il maggiore pagamento sarebbe, comunque, pari solamente a circa 21 centesimi.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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