Domani, il Tesoro colloca in asta la 18-esima tranche del BTp€i 15 maggio 2030 e cedola reale 0,4% (ISIN: IT0005387052) per un importo compreso tra 750 milioni e 1 miliardo di euro. Altri 1,75-2,25 miliardi saranno raccolti con l’emissione della nova tranche del BTp short term. Il BTp€i è un titolo di stato indicizzato all’inflazione dell’Eurozona. In un periodo come questo, effettivamente vale la pena informarsi, dato che protegge dalla perdita del potere d’acquisto.
E quest’anno, il bond guadagna il 4,2%, contrariamente al BTp con cedola fissa di pari durata, il quale ha segnato un calo prossimo al 3%.
Asta BTp€i, variazioni da inizio anno
Poiché il BTp di pari durata e cedola fissa offriva lo 0,64%, esisteva tra i due bond uno spread di 140 punti base o 1,40%. Esso segnala il tasso d’inflazione medio annuo atteso nell’Eurozona dal mercato da qui al 2030. All’inizio dell’anno, il BTp€i rendeva -0,23% e il bond ordinario lo 0,42%. Pertanto, lo spread allora si attestava allo 0,65%. Nel giro di 10 mesi e mezzo, quindi, le aspettative d’inflazione sarebbero più che raddoppiate, seguendo il trend dei prezzi al consumo in forte rialzo di mese in mese con l’allentamento delle restrizioni anti-Covid. Ad ogni modo, il mercato crede alla stabilità dei prezzi nel medio-lungo termine.
Perché comprare il BTp€i? Evidentemente, ha senso se si teme l’inflazione e anche per spuntare con certezza un rendimento reale minimo non garantito dai titoli di pari durata, i quali offrono rendimenti lordi inferiori a un terzo dell’inflazione-obiettivo fissata dalla BCE.