Si terrà venerdì 21 aprile l’asta del Tesoro per i titoli di stato a medio-lungo termine. Obiettivo della raccolta: 4-5 miliardi di euro. In particolare, 2-2,5 miliardi dovranno essere incassati tramite il lancio del nuovo BTp€i a 5 anni. Altrettanti arriveranno dalla quinta tranche del BTp short term con scadenza 28 marzo 2025 e cedola 3,40% (ISIN: IT0005534281). La data di regolamento per entrambi è stata fissata per il prossimo 26 aprile. Vediamo ora nel dettaglio le caratteristiche dei due bond.
Iniziamo dal nuovo BTp€i a 5 anni.
BTp€i per proteggersi dall’inflazione europea
Conviene l’investimento nel nuovo BTp€i a 5 anni? Dipende dalle nostre aspettative d’inflazione. Considerate che il BTp a 5 anni con cedola fissa, in scadenza il 15 giugno 2029, offriva alla chiusura di seduta di ieri il 3,89%. Questo comporta una differenza del 2,39% con il tasso d’interesse reale offerto dal bond indicizzato. Se pensiamo che nella media dei prossimi cinque anni l’inflazione nell’Area Euro risulterà almeno pari o superiore a quel 2,39%, la convenienza ci sarebbe. Se immaginiamo che essa sarà inferiore, allora sarebbe preferibile lasciare perdere.
Stando all’ultimo dato di marzo, l’inflazione annuale nell’unione monetaria era ancora al 6,9%, in calo dall’8,5% di febbraio e lontana dall’apice del 10,6% toccato in ottobre.
Veniamo adesso al BTp short term. Il titolo ha una durata residua di 23 mesi e sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana quota intorno alla pari, offrendo un rendimento in area 3,40%. Per quanto allettante, potrebbe non risultare in grado di coprire del tutto l’inflazione cumulata in Italia da qui alla scadenza. E ciò vale, a maggior ragione, considerando il rendimento netto di poco superiore al 2,90%. D’altra parte, se l’investimento è solo un modo per mettere a frutto la liquidità, altrimenti destinata a restare su un qualche conto bancario a tasso zero, può essere una soluzione valida.