I depositi bancari delle sole famiglie italiane sono cresciuti di 37,7 miliardi di euro a settembre su base annua. Lo dicono le cifre fornite dal Centro Sudi Unimpresa, sulla base dei dati della Banca d’Italia, secondo cui in un solo anno sono cresciuti da 815 a 852,8 miliardi (+4,6%). Ma la crescita dei risparmi riguarda anche le imprese, gli intermediari finanziari, le assicurazioni, le onlus. In totale, i depositi sono cresciuti di 64,1 miliardi, il 4,5% in più sul settembre 2012.
Le aziende sono passate da 185,7 a 194 miliardi (+4,4%), le imprese familiari da 43,8 a 44,5 miliardi (+1,6%), le onlus da 21,7 a 23,2 miliardi (+6,7%), assicurazioni e fondi pensione da 18,2 a 22,5 miliardi (+23,6%), gli stessi risparmi delle banche salgono del 3,8% a 346 da 333,4 miliardi.
In tutto, i depositi sono aumentati dai 1.420,9 miliardi del settembre 2012 ai 1.485,1 miliardi di due mesi fa. Quelli vincolati a breve sono passati da 292,6 a 322,7 miliardi (+10,3%), i pronti contro termine da 139,7 a 144,8 miliradi (+3,6%), i conti correnti arrivano, invece, a 726,4 miliardi dai 706 miliardi di un anno prima.
E’ evidente che l’impennata dei risparmi abbia poco a che fare con la maggiore capacità di famiglie e imprese di accantonare quote di reddito. E sembra inverosimile che ciò accada in presenza di tassi ai minimi storici e, addirittura, ancora in calo, come dimostra il taglio di novembre della BCE.
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Sono il tonfo dei consumi e degli investimenti a determinare l’aumento dei depositi di famiglie e imprese, così come la scarsità degli impieghi delle banche in favore dell’economia reale.
Prelievo forzoso sui depositi, uno spettro si aggira per l’Europa
Certo, rassicura che siano tenuti in cassaforte denari pronti ad essere messi in circolazione quando la crisi cesserà. Tuttavia, l’ammasso di risparmio in banca ha un rischio poco tenuto in considerazione di questi tempi. Esso si chiama “prelievo forzoso”, la proposta che il Fondo Monetario Internazionale ha avanzato nei mesi scorsi, che prevede di prelevare il 10% di tutti i risparmi bancari e postali, per abbattere il debito pubblico.
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Per non parlare dei rischi connessi alla prospettiva dei “bail-in”, ossia al fatto che anche i risparmiatori potrebbero essere chiamati a pagare con i loro depositi per i salvataggi delle banche alle quali hanno affidato il loro denaro.
Teoria, è vero, ma che potrebbe diventare una realtà, se dalla prossima primavera arrivasse la Troika (UE, BCE e FMI) a prendere le redini di un’Italia ingovernabile, attraverso un commissariamento di fatto delle nostre istituzioni. Per organismi che non rispondono al voto popolare sarebbe più semplice attuare quanto i governi di Roma hanno in mente negli ultimi tempi, senza poterlo anche solo ammettere.