Aumentano le pensioni a dicembre: meno tasse, più bonus e trattamenti aggiuntivi

Aumentano le pensioni a dicembre: sono più alte perché ci sono meno tasse, più bonus e qualche trattamento aggiuntivo.
5 minuti fa
4 minuti di lettura
Aumentano le pensioni a dicembre: meno tasse, più bonus e trattamenti aggiuntivi
Foto © Investireoggi

A dicembre, pensioni più alte per molti titolari di assegni previdenziali. Lo prevede la normativa pensionistica che, come al solito, ogni dicembre dà ai pensionati ratei più cospicui. In effetti, le pensioni a dicembre sono sempre molto più ricche per diverse ragioni.

Oggi analizziamo cosa accade alle pensioni nel mese di dicembre, rispondendo ai tanti nostri lettori che ci chiedono, per esempio, del bonus tredicesima oppure perché la tredicesima che ricevono è inferiore al solito rateo. Senza tralasciare coloro che, a dicembre, chiedono lumi sulla eventuale quattordicesima che non sono riusciti a incassare a luglio.

Perché aumentano le pensioni a dicembre? O meglio, le pensioni di dicembre sono più alte perché ci sono meno tasse, più bonus e qualche trattamento aggiuntivo.

Aumentano le pensioni a dicembre: meno tasse, più bonus e trattamenti aggiuntivi

Naturalmente, partiamo dalle cose semplici, cioè le solite tredicesime sulle pensioni. Nel sistema previdenziale esiste una sola misura che in effetti non offre al titolare della prestazione la tredicesima mensilità. Parliamo della pensione anticipata con l’Ape Sociale. Infatti, l’Anticipo Pensionistico Sociale è l’unica misura che non prevede tredicesima. Quindi, gli interessati da questo strumento previdenziale, che ha permesso pensionamenti in passato anche a partire dai 63 anni, non devono attendersi nulla di tredicesima.

Per tutti gli altri, invece, con il rateo di pensione di dicembre in genere arriva anche la mensilità aggiuntiva. Molti si aspettano una tredicesima esattamente pari al rateo della pensione normale. Invece, spesso non è così.

In effetti, la tredicesima viene tassata in maniera più alta rispetto al rateo di pensione. La pensione mensile, come ogni altro reddito, è assoggettata al meccanismo a scaglioni dell’IRPEF. In pratica, in base all’ammontare della pensione e ai tre scaglioni dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, la pensione viene assoggettata alle tasse.

Nel dettaglio, abbiamo i seguenti scaglioni:

  • Fino a 28.000 euro: aliquota 23%;
  • Oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro: aliquota 35%;
  • Oltre 50.000 euro: aliquota 43%.

Gli scaglioni sono progressivi, nel senso che l’aliquota del 35%, per esempio, si applica solo sulla parte di pensione superiore a 28.000 euro, perché fino a 28.000 euro si versa il 23%.

La tredicesima, invece, per chi ha, per esempio, 30.000 euro di pensione annua lorda, viene assoggettata interamente all’aliquota dello scaglione di rientro, ovvero il 35%, generando una tredicesima più bassa rispetto al rateo di pensione.

A dicembre meno imposte, ecco perché

Va detto però un’altra cosa che riguarda il rateo ordinario di dicembre. La pensione nel mese di dicembre ha meno trattenute, perché le addizionali comunali e regionali che ogni mese un pensionato versa con trattenute sui ratei, a dicembre non ci sono.

Infatti, le addizionali sono trattenute per 11 rate. In pratica, quanto deve versare di addizionali un pensionato alla propria Regione o al proprio Comune è spalmato sui primi 11 ratei, quelli che vanno da gennaio a novembre.

Nello specifico, nelle pensioni da gennaio a novembre si trovano le addizionali regionali e comunali dell’anno precedente e cioè a saldo. Poi, da marzo a novembre, si trovano le addizionali regionali e comunali in acconto. Ma a dicembre nulla di tutto questo. Tornando alla tredicesima, va detto anche che le detrazioni per redditi da pensione, che abbattono l’imposta da pagare, valgono per i 12 mesi di rateo, ma non per la tredicesima. E questo è un altro fattore che porta una tredicesima mensilità di pensione ad avere un netto inferiore al rateo ordinario.

Oltre alla tredicesima anche la quattordicesima

La quattordicesima mensilità a dicembre è una cosa piuttosto rara, ma che accade a qualche pensionato. Infatti, comunemente quest’altra mensilità aggiuntiva, erogata a pensionati con trattamenti fino a due volte il minimo, è liquidata dall’INPS a luglio di ogni anno.

La prestazione aggiuntiva spetta a pensionati che hanno almeno 64 anni di età compiuti e che hanno, come detto, pensioni fino a due volte il minimo. Gli importi però sono fissi e non sono come la tredicesima, cioè commisurati alla pensione. Le cifre di quattordicesima variano in base a due fasce di pensione, cioè quelle fino a 1,5 volte il trattamento minimo e quelle sopra 1,5 volte e fino a due volte.

Per i trattamenti fino a 1,5 volte il trattamento minimo (che per il 2024 è pari a 598,61 euro al mese), gli importi sono pari a 655 euro per chi ha più di 25 anni di contributi versati, a 546 euro per chi ne ha tra 15 e 25 anni e 437 euro per chi ha meno di 15 anni di versamenti previdenziali. Per i trattamenti sopra 1,5 volte e fino a due volte il minimo, invece, sempre in base ai contributi versati, la quattordicesima è pari a 504 euro, 420 euro e 336 euro.

Hanno diritto alla quattordicesima a dicembre solo coloro che, compiendo i 64 anni di età nel secondo semestre dell’anno, non sono rientrati nell’erogazione di luglio. Quindi, in base all’importo della quattordicesima spettante, a dicembre si incasserà la mensilità aggiuntiva. Naturalmente commisurata ai mesi spettanti, perché l’importo pieno della quattordicesima deve essere diviso per 12 mesi per arrivare alla quota mensile di quattordicesima spettante. E poi deve essere moltiplicata per i mesi successivi a quello del 64esimo compleanno.

Il bonus tredicesima in arrivo ma per chi? Ecco i conguagli della perequazione per le pensioni di dicembre più alte

Anche nel 2025 ci sarà la possibilità per alcuni pensionati di incassare il noto bonus tredicesima. Si tratta di una erogazione aggiuntiva straordinaria per titolari di trattamenti al di sotto del minimo, cioè sotto i 598,61 euro al mese. L’importo del bonus è fisso e non si adegua all’inflazione ogni anno. Quindi, anche per il 2025, senza alcuna domanda dal momento che è automaticamente assegnato dall’INPS, c’è chi riceverà 154,94 euro di bonus.

A dicembre poi si attendono buone nuove da parte del governo.

Perché potrebbe scattare l’anticipo del conguaglio della perequazione come accaduto nel 2023. In pratica, la differenza tra il tasso di inflazione applicato agli aumenti di gennaio 2024, che è il previsionale, e il tasso di inflazione definitivo (si tratta di uno 0,3% perché il tasso previsionale era 5,4% e quello definitivo 5,7%) genera per i pensionati un arretrato di 12 mesi.

E il governo, per dare manforte ai consumi dei periodi natalizi e per evitare di far ricadere sulle casse pubbliche del 2025 queste erogazioni arretrate, potrebbe decidere di liquidare già a dicembre. In questo caso non c’è nulla di certo al momento perché è solo una ipotesi. Però non è detto che alla fine al pensionato non sia dato un rateo di dicembre più alto grazie a questo extra dello 0,3% con l’aggiunta di tutti gli arretrati maturati da gennaio a novembre.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Tragedia europea, siamo dipendenti dagli Usa in tutto e per tutto
Articolo precedente

Trump o Harris: la tragedia dell’Europa è che non brilla di luce propria e deve elemosinare la misericordia altrui