Il metodo di rivalutazione delle pensioni è stato modificato dal governo e dall’INPS. Dopo gli ingenti tagli degli ultimi anni, che hanno portato la rivalutazione delle pensioni davanti alla Corte Costituzionale, il governo fa un passo indietro: stop alla rivalutazione su sei fasce con tagli consistenti per le pensioni più elevate. Si ritorna quindi a un sistema più simile al passato, con tagli progressivi che, come vedremo, riducono le perdite per i pensionati che, ad esempio nel 2024, hanno subito una riduzione notevole dei loro assegni.
Aumenti pensionistici a gennaio 2025: fasce, importi e calcoli
Diverse motivazioni hanno spinto il governo a rivedere la rivalutazione delle pensioni. La legge di Bilancio conferma questa inversione di rotta: a partire da gennaio 2025, le pensioni saranno rivalutate al tasso di inflazione in modo più favorevole rispetto al 2024. Rivalutare le pensioni in maniera più vantaggiosa comporta per lo Stato un incremento delle uscite. Tuttavia, il tasso di inflazione attuale, inferiore rispetto agli anni precedenti, ha facilitato la decisione, rendendo il costo per lo Stato meno gravoso.
Un altro fattore rilevante è il ricorso presentato alla Corte Costituzionale da un pensionato a cui è stata ridotta la rivalutazione nel 2024, contribuendo a una revisione del sistema.
Come cambiano i sistemi di perequazione tra 2024 e 2025
Nel 2025, le pensioni saranno rivalutate seguendo un metodo più simile a quello utilizzato in passato. La principale differenza sarà la progressività dei tagli che, rispetto agli anni scorsi, risulteranno meno pesanti. In pratica, i tagli riguarderanno solo la parte eccedente la pensione rispetto al limite massimo dello scaglione precedente, un meccanismo intuitivo.
Vediamo come cambiano le fasce di indicizzazione delle pensioni. A partire da gennaio 2025, le pensioni saranno rivalutate seguendo questo schema:
- 100% del tasso di inflazione ISTAT per le pensioni fino a 3 volte il trattamento minimo;
- 90% del tasso di inflazione ISTAT per le pensioni da 3 a 5 volte il minimo;
- 75% del tasso di inflazione ISTAT per le pensioni oltre 5 volte il minimo.
Un miglioramento significativo rispetto al metodo precedente, specialmente per le pensioni più alte.
- 100% per le pensioni fino a 4 volte il minimo;
- 85% per le pensioni fino a 5 volte il minimo;
- 54% per le pensioni fino a 6 volte il minimo;
- 47% per le pensioni fino a 8 volte il minimo;
- 37% per le pensioni fino a 10 volte il minimo;
- 22% per le pensioni superiori a 10 volte il minimo.
Esempi di aumento delle pensioni
Con i nuovi calcoli, le pensioni che superano 4 volte il trattamento minimo beneficeranno di una maggiore indicizzazione. Ad esempio, supponiamo un tasso di rivalutazione dell’1% confermato dall’ISTAT e un trattamento minimo di 600 euro (oggi circa 598,61 euro). Una pensione pari a 5 volte il minimo, quindi 3.000 euro al mese, sarebbe aumentata di 0,85% con il vecchio metodo (cioè di 25,50 euro). Con il nuovo sistema, fino a 1.800 euro la pensione aumenta dell’1%, e per la parte eccedente (1.200 euro) dello 0,90%. In totale, l’aumento sarà di 28,80 euro.
Come aumentano le pensioni più alte
Consideriamo una pensione di 3.600 euro (6 volte il minimo): con le vecchie regole sarebbe aumentata del 54% dell’1%, cioè di 19,44 euro. Con il nuovo sistema, la pensione aumenterà dell’1% fino a 1.800 euro, dello 0,90% sui successivi 1.200 euro, e dello 0,75% sugli ultimi 600 euro, per un totale di 33,30 euro. Anche le pensioni più elevate, come quelle di 6.600 euro (oltre 10 volte il minimo), beneficeranno di un aumento maggiore. Con il vecchio metodo, l’incremento sarebbe stato solo dello 0,22% (14,20 euro). Ora, con il nuovo metodo, l’aumento sarà di 55,80 euro: 1% fino a 1.800 euro, 0,90% fino a 3.000 euro, e 0,75% sulla parte restante.
Chi potrebbe ricevere un aumento leggermente inferiore? Ecco un esempio
Le pensioni fino a 4 volte il minimo, con il vecchio sistema, beneficiavano di un aumento dell’1% sull’intero importo. Con il nuovo sistema, l’aumento sarà pieno (1%) solo fino a 3 volte il minimo, mentre la parte eccedente (fino a 4 volte) aumenterà dello 0,90%.
quello che nessuno guarda sono i giorni bancabili di accredito pensione se percepita il primo di novembre la si vedrà su conto il 4 novembre sarebbe opportuno se il giorno di accredito cade di sabato anticipare l’accredito al venerdì se cade di domenica anticipare a venerdì precedente ma nessuno ne parla
Bravo giusto
Vergognia si. Banca ha bisogno di soldi da un morto di fame, con la ne anche minima di 500€ dopo di 23 anni di lavoro. La da pensione dopo 4 giorni a posto di 1 giorno prima. Banche sono infame e governo asseconda ben ricchi perché pagano tasse? Poveri sono invisibili 😠
Molta gente vive nell’indifferenza, non considera quanto siamo penalizzati e intanto il governo non fa altro che agevolare le banche.
È tutto un giro di soldi ed accordi a discapito del cittadino.
Banche usurarie !!
quando chiedi un finanziamento la rata mensile ti viene addebitata entro mezz’ ora dopo la mezzanotte !!
quando il primo del mese cade in venerdì festivo i soldi li vedi accreditati il giorno 4….!!! VERGOGNA !! come se la moderna tecnologia non potesse accreditarle almeno il sabato !! il solito schifo.
Per avere alcuni diritti L’ISEE non deve superare i € 6.000. cifra ridicola che, anche per poco, viene superata da qualsiasi “morto di fame”.
Mi affido alla sensibilità di codesta Direzione per impegnarsi a fare superare questo limite vergognoso.
Problema una moglie non a carico con 530euro il marito non può scaricare le spese odontoiatriche perché la minima non paga l’iepef ma chi le paga le spese se non il marito?
HO FIGLIA A CARICO 40 ANNI DISOCCUPATA SENZA REDDITO, PER LE DETRAZIONI, NELLA NUOVA LEGGE DI BILANCIO 2025 , SI PARLA CHE PUO’ ESSERE A CARICO FINO A 30 ANNI. NON DISABILE. BISOGNA ATTENDERE LA GAZZETTA UFFICIALE E SE INOLTRARE DOMANDA ALL’INPS OPPURE AVVIENE TUTTO IN AUTOMATICO. IN ATTESA DI UNA VS. GRADITA RISPOSTA, SI RINGRAZIA.- RANIERI.-