Ormai è diventato uno strumento di dominio pubblico, comune a tante famiglie e a tanti lavoratori. Parliamo naturalmente dell’assegno unico e universale sui figli a carico. La misura adesso è l’unica utilizzabile dalle famiglie alla voce “misure di welfare sui figli a carico”. Qualsiasi famiglia che ha nel proprio nucleo figli al di sotto dei 21 anni di età ha richiesto all’INPS questo sostegno alla genitorialità dallo scorso mese di marzo. Sparendo assegni per il nucleo familiare, detrazioni e altri benefit, inevitabile che tutti abbiano prodotto richiesta all’INPS.
“Buongiorno redazione. Sono Marika, lavoratrice e madre di due bambine di 9 e 6 anni. Mio marito lavora in fabbrica ed io faccio la segretaria d’ufficio. La mia famiglia percepisce da marzo l’assegno unico sui figli a carico ma non capisco perché una mia collega, che ha anche due figli e marito lavoratore, prende di più di assegno (circa 60 euro in più). Più o meno l’ISEE di entrambe le famiglie è simile come importo, cioè intorno a 12.000 euro. Ho sbagliato qualcosa nella domanda? Non c’è altra spiegazione dal momento che sembriamo due famiglie gemelle in tutto.”
Assegno unico sui figli, ecco come funziona la misura
L’assegno unico è distaccato dall’ISEE per quanto riguarda il diritto alla prestazione, mentre ne è collegato per determinare gli importi spettanti. Un ISEE oltre 40.000 euro infatti permette ad una famiglia di ottenere 50 euro al mese a figlio di assegno unico. Si tratta della soglia minima liquidata alle famiglie anche se non hanno un ISEE in corso di validità. Naturalmente bisogna produrre domanda per ottenere l’assegno perché l’INPS non lo eroga automaticamente. Quindi, a prescindere dall’ISEE, l’importo dell’assegno unico per famiglie “gemelle” come le ha definite la nostra lettrice, l’assegno dovrebbe essere il medesimo.
Assegno unico sui figli, ecco come ottenere le maggiorazioni
L’unica cosa che può andare a determinare una differenza tra due famiglie come quelle che ha presentato la lettrice è una omissione sulla domanda di assegno unico. In questo caso i dubbi della nostra lettrice su eventuali errori che ha prodotto nel presentare domanda all’INPS sono leciti. Per l’assegno unico sono state introdotti vincoli di salvaguardia per le famiglie che percepivano gli Assegni per il Nucleo Familiare (ANF) prima dell’entrata in vigore dello steso assegno unico e universale. Una di queste salvaguardie infatti mirava a limitare la perdita per i lavoratori dentro il perimetro degli ANF che rischiavano di percepire un assegno unico inferiore agli assegni familiari percepiti in passato. Per i nuclei familiari è prevista la maggiorazione di importo variabile in base alla componente familiare e fiscale, e fino a 25.000 euro di ISEE se nel 2021 fruivano degli ANF. Ma probabilmente per la nostra lettrice non è questo il problema.
La maggiorazione che spetta se entrambi i genitori lavorano
L’importo base dell’assegno unico per le famiglie con ISEE fino a 15.000 euro è pari a 175 euro a figlio. Per la nostra lettrice quindi 350 euro al mese avendo due figlie minorenni. Prende 410 euro invece la famiglia della sua collega, e probabilmente questi 60 euro in meno percepiti dalla lettrice dipendono da una mancata spunta inserita da lei stessa nella domanda. L’‘assegno unico spetta almeno fino ai 21 anni.
“Nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro è prevista una maggiorazione per ciascun figlio minore pari a 30 euro mensili”, questo è ciò che recita il comma 8 dell’articolo n° 4 del DL 230 del 21 dicembre 2021, quello che di fatto ha introdotto l’assegno unico.