Aumentare la pensione neutralizzando i contributi: l’ultima sentenza della Cassazione

La Cassazione apre nuove possibilità per aumentare la pensione, permettendo la neutralizzazione dei contributi dopo il pensionamento.
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aumentare pensione
Foto © Pixabay

Una recente decisione della Corte di Cassazione ha introdotto importanti novità nel sistema previdenziale italiano, offrendo ai pensionati la possibilità di ricalcolare il proprio assegno previdenziale attraverso l’estromissione dei contributi meno favorevoli. Aumentare la pensione con la neutralizzazione dei contributi, uno strumento già esistente. Uno strumento che permette di escludere fino a un massimo di cinque anni di versamenti considerati penalizzanti nel calcolo della pensione.

Tuttavia, la nuova sentenza amplia questa opportunità, consentendone l’applicazione anche in un momento successivo al pensionamento.

Aumentare la pensione: la svolta della Cassazione

La sentenza n. 30803 del 2024 (17 dicembre), emessa dalla sezione Lavoro della Suprema Corte, ha ribaltato le decisioni precedenti, aprendo nuovi scenari per chi desidera aumentare la pensione. Il caso esaminato riguardava un pensionato la cui richiesta di neutralizzazione di un periodo contributivo poco vantaggioso era stata respinta sia in primo grado che in appello dalla Corte di Lecce.

La Cassazione, invece, ha accolto il ricorso, stabilendo che la pensione di anzianità deve essere equiparata a quella di vecchiaia una volta raggiunta l’età pensionabile.

Questa decisione si basa sulla legge 153/1969, secondo cui al compimento dei 67 anni (età per la pensione di vecchiaia) si applicano tutte le regole previste per tale trattamento, inclusa la possibilità di eliminare i contributi sfavorevoli maturati dopo il raggiungimento del diritto alla pensione.

Neutralizzazione dei contributi: come funziona e chi può beneficiarne

Lo strumento della neutralizzazione consente di escludere dal calcolo pensionistico quei periodi di contribuzione che, a causa di retribuzioni più basse, determinano un assegno inferiore.

Questo meccanismo, già utilizzato nella determinazione delle pensioni, in precedenza poteva essere richiesto solo contestualmente alla domanda di pensione. Ora, grazie alla nuova interpretazione della Cassazione, anche coloro che sono già pensionati possono presentare richiesta di ricalcolo una volta raggiunta l’età di vecchiaia.

L’accesso alla neutralizzazione è consentito solo a chi ha maturato i requisiti anagrafici previsti per la pensione di vecchiaia, ossia i 67 anni. Inoltre, l’esclusione riguarda esclusivamente i contributi successivi al raggiungimento del diritto alla pensione. In altre parole, per le pensioni di vecchiaia, i contributi neutralizzabili sono quelli versati dopo i 20 anni minimi di contribuzione. Nel caso della pensione anticipata ordinaria, invece, è necessario che siano stati maturati almeno 42 anni e 10 mesi di versamenti per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Un ulteriore vincolo stabilito dalla normativa è il limite massimo di contributi escludibili: fino a 260 settimane, pari a cinque anni consecutivi.

Le implicazioni della sentenza: un sistema pensionistico più equo

Questa pronuncia della Cassazione segna un importante passo avanti verso una maggiore equità del sistema previdenziale. L’obiettivo è evitare che anni caratterizzati da retribuzioni inferiori abbiano un impatto eccessivamente penalizzante sul trattamento pensionistico complessivo. Secondo gli esperti del settore, la decisione va nella direzione di una maggiore aderenza al principio costituzionale di uguaglianza, garantendo che le condizioni economiche e professionali contingenti non incidano in modo sproporzionato sull’importo della pensione.

Uno degli aspetti più rilevanti della sentenza riguarda proprio i pensionati che hanno scelto di ritirarsi prima di raggiungere i 67 anni.

Fino ad oggi, chi aveva optato per un pensionamento anticipato non poteva intervenire successivamente per migliorare il proprio assegno.

Con la nuova interpretazione, invece, una volta raggiunta l’età pensionabile, questi soggetti possono presentare richiesta per neutralizzare i contributi meno vantaggiosi, ottenendo così un importo mensile più elevato.

In pratica, un lavoratore che ha anticipato il pensionamento potrebbe oggi chiedere di escludere alcuni anni di versamenti sfavorevoli, ottenendo un ricalcolo che si trasformi in una pensione più alta. Questo meccanismo si rivela particolarmente utile per coloro che, in fasi finali della loro carriera, hanno percepito retribuzioni più basse a causa di ristrutturazioni aziendali, crisi economiche o scelte lavorative personali.

Presentare domanda per aumentare la pensione

Per chi intende sfruttare questa nuova opportunità, è consigliabile rivolgersi a un esperto previdenziale. O a un avvocato specializzato in diritto del lavoro e della previdenza sociale. La richiesta di neutralizzazione può essere avanzata attraverso l’INPS. Allegando la documentazione necessaria a dimostrare la presenza di periodi contributivi sfavorevoli e il raggiungimento dell’età pensionabile.

Vista la recente emanazione della sentenza, è probabile che nei prossimi mesi l’INPS fornisca chiarimenti operativi sulle modalità di presentazione della domanda. In ogni caso, chi ha già raggiunto i 67 anni e ritiene di aver subito una penalizzazione per via di contributi meno vantaggiosi può iniziare a raccogliere la documentazione necessaria per avviare la procedura.

Riassumendo

  • Sentenza Cassazione: permette di ricalcolare la pensione escludendo contributi penalizzanti anche dopo il pensionamento.
  • Neutralizzazione contributi: esclusione fino a 5 anni di versamenti sfavorevoli per aumentare l’assegno previdenziale.
  • Requisiti di accesso: disponibile solo per chi ha raggiunto i 67 anni oi requisiti per l’anticipata.
  • Maggiore equità previdenziale: garantisce un trattamento pensionistico più giusto, evitando penalizzazioni da retribuzioni basse.
  • Benefici per pensionati anticipati: possibilità di chiedere il ricalcolo dell’assegno al compimento dell’età pensionabile.
  • Iter di richiesta: procedura da iniziare tramite INPS con assistenza di esperti previdenziali o legali.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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