Atteso per oggi, 27 gennaio 2022, un nuovo confronto Governo-Sindacati sul tema della riforma pensioni. Uno dei punti principali da affrontare sarà il futuro previdenziale dei giovani.
Per noi è significativo avere avviato i tavoli tecnici sulla previdenza partendo dal futuro previdenziale dei giovani, cioè di coloro che, con l’attuale sistema, rischiano di andare in pensione dopo i 70 anni e con un assegno molto basso.
Queste le affermazioni di qualche giorno fa, da parte segretario confederale della CGIL, Roberto Ghiselli, al termine dell’incontro tenutosi nel pomeriggio del 20 gennaio presso il Ministero del Lavoro.
Riforma pensioni, introdurre una contribuzione “valorizzata”
La CGIL si fa portavoce di proposte sindacali che tendono a mettere un freno alla crescita costante dell’età di pensionamento e a garantire a chi svolge un’attività lavorativa discontinua o con basse retribuzioni di poter comunque maturare una pensione dignitosa, quella che noi chiamiamo una pensione contributiva di garanzia.
L’obiettivo, aggiunge Enzo Cigna, responsabile nazionale previdenza della CGIL, è quello di
garantire una pensione contributiva di garanzia, per tutti i soggetti assicurati dopo il primo gennaio 1996, da inserire all’interno delle logiche dell’attuale schema contributivo, nel mix tra anzianità ed età di uscita, garantendo un trattamento di pensione di garanzia. Ossia, più cresce la contribuzione e l’età più l’assegno di garanzia cresce. In questo modo, si incentiva il versamento e il posticipo al pensionamento. Quindi, aggiungere alla contribuzione effettivamente versata, quella valorizzata.
In altri termini considerare ai fini pensionistici anche quei periodi in cui non si sono versati i contributi ma dove, ad esempio, sono stati seguiti corsi di formazione, effettuati stage, tirocini, ecc.
Dopo l’incontro di oggi è in programma anche quello del prossimo 3 febbraio.
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