Aumenti pensioni 2025, spuntano nuovi importi dopo la gaffe dei tre euro

Dopo le polemiche sull'aumento di tre euro delle pensioni, spuntano nuovi importi. Di quanto incrementeranno i trattamenti pensionistici a partire dal 2025?
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6 ore fa
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pensioni importi 2025
Foto © Pixabay

Di quanto aumenteranno le pensioni a partire dal 2025? Come cantano Pierangelo Bertoli e i Tazenda con il brano Spunta la luna dal monte: “Spunta la luna dal monte, tra volti di pietra tra strade di fango, cercando la luna, cercando
danzandoti nella mente, sfiorando tutta la gente. A volte sciogliendosi in pianto, un canto di sponde sicure ben presto dimenticato, voce dei poveri resti di un sogno mancato”. Come la luna e il sole spuntano nel cielo per illuminare rispettivamente la notte e il giorno, così sono tante le novità che giungono dal governo per quanto riguarda il fronte pensioni.

Proprio quest’ultime sono spesso oggetto di critiche per via dei requisiti di accesso, anagrafici e contributivi, considerati alquanto stringenti.

Se tutto questo non bastasse, di recente si è assistito ad un intenso dibattito sull’aumento delle pensioni minime previste dal governo, pari a tre euro al mese. Una situazione che non è passata di certo inosservata agli occhi del governo che per questo motivo potrebbe pensare di apportare nuove modifiche, grazie alle quale aumentare gli importi dei trattamenti pensionistici a partire dal 2025. Ma di quanto potrebbero aumentare le pensioni a partire dal prossimo anno? Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Aumenti pensioni 2025, spuntano nuovi importi dopo la gaffe dei tre euro

La pensione minima è un sostegno garantito dallo Stato a favore di coloro che con il solo contributo pensionistico riceverebbero un assegno troppo basso per vivere in modo dignitoso. In particolare tale sistema prevede delle maggiorazioni e integrazioni che permettono di incrementare il reddito pensionistico fino alla soglia minima annuale. A tal proposito si ricorda che nell’anno in corso la pensione minima è stato oggetto di una rivalutazione. Quest’ultima effettuata tenendo conto del tasso d’inflazione, oltre che di un aumento straordinario del 2,7% voluto dall’esecutivo Meloni.

In questo modo l’importo delle pensioni minime ha raggiunto quota 614,7 euro al mese. Per il prossimo anno si prevede un aumento sulle pensioni minime pari all’1% per l’inflazione. A questo si andrà ad aggiungere un ulteriore incremento extra pari al 2,2% voluto dal governo. In questo modo l’importo della pensione minima si aggirerà attorno ai 618 euro circa al mese.

Non si esclude comunque l’introduzione di nuove misure, grazie alle quali poter incrementare ulteriormente tali importi. In particolare Forza Italia starebbe spingendo per aumentare l’importo dell’assegno fino a 620 euro, al fine di garantire un maggior aiuto ai pensionati. Per poter finanziare un aumento delle pensioni minime il governo dovrebbe attingere a delle risorse aggiuntive. Proprio quest’ultime, purtroppo, sembrano difficili da reperire. Per questo motivo non è dato sapere se e come il governo deciderà di aumentare gli importi delle pensioni a partire dal 2025.

Più probabile, pertanto, che si seguano i suggerimenti della Lega. Il partito guidato da Matteo Salvini invita ad optare per interventi a lungo termine, volgendo un occhio di riguardo al rafforzamento della previdenza complementare per i giovani. Lo scopo sarebbe quello di garantire un sostegno ai quei lavoratori che, a causa del precariato e stipendi bassi, rischiano in futuro di percepire pensioni alquanto basse.

Al momento comunque, è bene sottolineare, si tratta solo di ipotesi. Bisogna attendere comunicazioni ufficiali da parte del governo per capire se verranno o meno apportate delle modifiche agli importi dei trattamenti pensionistici ed, eventualmente, in quale misura.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

1 Comment

  1. Non mi sembra giusto che la pace contributiva venga riservata solo ai cosiddetti “puri”. E’ inaccettabile che i tanti laureati ultra sessantenni, ancora in servizio, non possono usufruirne per la sola “colpa” di aver studiato e quindi di aver iniziato a versare contributi dopo una certa data…

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