Di quanto aumenteranno le pensioni a partire dal 2025? Come cantano Pierangelo Bertoli e i Tazenda con il brano Spunta la luna dal monte: “Spunta la luna dal monte, tra volti di pietra tra strade di fango, cercando la luna, cercando
danzandoti nella mente, sfiorando tutta la gente. A volte sciogliendosi in pianto, un canto di sponde sicure ben presto dimenticato, voce dei poveri resti di un sogno mancato”. Come la luna e il sole spuntano nel cielo per illuminare rispettivamente la notte e il giorno, così sono tante le novità che giungono dal governo per quanto riguarda il fronte pensioni.
Proprio quest’ultime sono spesso oggetto di critiche per via dei requisiti di accesso, anagrafici e contributivi, considerati alquanto stringenti.
Aumenti pensioni 2025, spuntano nuovi importi dopo la gaffe dei tre euro
La pensione minima è un sostegno garantito dallo Stato a favore di coloro che con il solo contributo pensionistico riceverebbero un assegno troppo basso per vivere in modo dignitoso. In particolare tale sistema prevede delle maggiorazioni e integrazioni che permettono di incrementare il reddito pensionistico fino alla soglia minima annuale. A tal proposito si ricorda che nell’anno in corso la pensione minima è stato oggetto di una rivalutazione. Quest’ultima effettuata tenendo conto del tasso d’inflazione, oltre che di un aumento straordinario del 2,7% voluto dall’esecutivo Meloni.
Non si esclude comunque l’introduzione di nuove misure, grazie alle quali poter incrementare ulteriormente tali importi. In particolare Forza Italia starebbe spingendo per aumentare l’importo dell’assegno fino a 620 euro, al fine di garantire un maggior aiuto ai pensionati. Per poter finanziare un aumento delle pensioni minime il governo dovrebbe attingere a delle risorse aggiuntive. Proprio quest’ultime, purtroppo, sembrano difficili da reperire. Per questo motivo non è dato sapere se e come il governo deciderà di aumentare gli importi delle pensioni a partire dal 2025.
Più probabile, pertanto, che si seguano i suggerimenti della Lega. Il partito guidato da Matteo Salvini invita ad optare per interventi a lungo termine, volgendo un occhio di riguardo al rafforzamento della previdenza complementare per i giovani. Lo scopo sarebbe quello di garantire un sostegno ai quei lavoratori che, a causa del precariato e stipendi bassi, rischiano in futuro di percepire pensioni alquanto basse.
Non mi sembra giusto che la pace contributiva venga riservata solo ai cosiddetti “puri”. E’ inaccettabile che i tanti laureati ultra sessantenni, ancora in servizio, non possono usufruirne per la sola “colpa” di aver studiato e quindi di aver iniziato a versare contributi dopo una certa data…