Aumento bollette, lo Stato farà da garante per i prestiti

Il decreto Aiuti ter mira ad ammortizzare i rincari, soprattutto sui costi delle bollette. E lo Stato prova a scendere direttamente in campo.
2 anni fa
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Aumento bollette e canone RAI
Foto: Web

L’aumento delle bollette è diventato l’ennesimo incubo in una fase storica decisamente complicata. “Andrà tutto bene” è un’espressione che calza poco in questi mesi convulsi. E nemmeno l’approvazione del decreto Aiuti ter è sufficiente a stare tranquilli. Innanzitutto ci sarà da capire come verranno distribuiti i sostegni alla popolazione. Dopodiché, solo quando effettivamente ci si troverà di fronte ai numeri reali dei rincari, per ora solo percepiti nelle spese ordinarie, sarà chiaro quanto avranno contribuito ad ammortizzare gli sforzi economici dei cittadini.

Del resto, i vari emendamenti hanno lo scopo di contrastare sì l’aumento dei costi, in primis quelli energetici, ma è anche vero che la portata reale dei rincari non è ancora nota. E, nondimeno, le tasche dei contribuenti sono già state abbondantemente messe alla prova, tanto da rendere incerta, per molte famiglie, la possibilità reale di far fronte alle nuove ondate di aumenti delle bollette. Di sicuro, lo Stato si appresta a mettere in campo una serie di misure che, perlomeno, permetteranno di pareggiare alcuni conti. Poi, quel che succederà col bilancio finale è tutt’altra faccenda. Troppi i fattori che incidono sull’andamento dei costi, dagli strascichi pandemici alla crisi economica, fino alla guerra in Ucraina. Fattori che, da qui a data da destinarsi, rendono lo scenario fin troppo mutevole.

Aumento delle bollette, lo Stato si fa garante

Detto questo, il decreto Aiuti ter scende in campo e punta decisamente verso le bollette. O meglio, verso i rincari dei costi delle utenze che, secondo gli esperti, non saranno inferiori al 300%. Altro che mazzata. Un rincaro simile non si vedeva da decenni, così come un tasso di inflazione come quello attuale (attorno o poco sopra il 7%). E chissà per quanto tempo). In un quadro come questo, determinare quale sarà il reale impatto per una capacità di spesa sempre minore è decisamente complicato.

Considerando che il grosso dei rincari si calcola su base annuale, il primo passo del nuovo provvedimento è quello di un sostegno diretto ai lavoratori, ai pensionati e anche alle Partite Iva. Un bonus da 150 euro per quei 22 milioni di italiani con uno reddito annuale inferiore a 20 mila euro l’anno. Un ulteriore sostegno, però, sarà messo in campo per contrastare direttamente l’aumento delle bollette. Nello specifico, lo Stato si appresta a farsi da garante per i prestiti che potrebbero essere richiesti dagli italiani per far fronte al deficit di liquidità. Per il ministro dell’Economia, Daniele Franco, si tratta di una sorta di “garanzia gratuita” che, peraltro, sarà operativa fin da subito. In pratica, le banche potranno elargire prestiti alle imprese in modo più rapido e con un interesse non superiore al Btp.

Sostegni diretti

Ma non è tutto. Nel catino dei benefici finisce anche il terzo settore, inclusi gli enti di volontariato, oltre che i luoghi di cultura come i musei, cinema e teatri. Quaranta milioni di fondo per il pagamento delle bollette (in alcuni casi decuplicate per le attività in questione), ottenibili tramite il riconoscimento di un credito d’imposta. Un’agevolazione che figurerà di fatto come uno sconto sull’importo complessivo delle utenze. Persino i patronati rientrano nel quadro agevolativo, con un contributo di 250 euro una tantum. A proposito di rincari, anche se negli ultimi mesi l’emergenza sembra essere se non rientrata quantomeno stabilizzata, il nuovo decreto guarda anche al carburante. La riduzione delle accise è stata confermata fino al prossimo 31 ottobre, mentre per le aziende di trasporto sono stati stanziati 100 milioni per far fronte ai costi aumentati per la circolazione dei mezzi. Non si tratta di vere e proprie utenze ma il circolo dei consumi viaggia anche su strada. L’incubo dello stop degli autotrasportatori sembra sospeso, almeno per ora.

Per il resto, non resta che aspettare l’inverno. Mantenendo la speranza, ormai comune, che non sia troppo freddo. Anche se l’aria fresca di questi giorni di settembre sembra poco prodiga di buoni auspici.

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