A quanto pare, ora inviare soldi con un accredito bancario costa di più. L’aumento dei bonifici è solo uno dei costi in salita registrati dalle nuove commissioni bancarie. Cosa sta succedendo? Facciamo il punto della situazione.
Aumento bonifici, perché costano di più?
Si parla di vera e propria stangata da parte delle banche per quanto riguarda le commissioni. a quanto pare sono aumentati i costi dei bonifici e delle altre operazioni, sia online che allo sportello. Ancora una volta, tutto è da imputare alla grande crisi economica che abbiamo vissuto alla fine del 2022, con il caro bollette che si è fatto sentire non solo sulle spalle delle famiglie italiane, ma anche sulle imprese, visto che i costi di energia e gas sono arrivati alle stelle per tutti.
Analizzando e comparando i costi di gestione di un conto corrente dal 6 febbraio 2022 al 31 gennaio 2023 emerge che molti istituti di credito hanno deciso di aumentare i costi di diverse operazioni. Anche i prelievi presso sportelli diversi da quelli delle proprie banche hanno subito un importante rincaro. Per non parlare poi del canone della carta di credito che, secondo i dati presi in esame, ha avuto in media un aumento del 15,28%. Dai canonici 50 euro annui, si è infatti saliti a circa 65 euro. Anche il canone bancomat è aumentato. In questo caso si parla di un aumento più morbido, circa l’1,11%, cosa che fa sforare il costo da 9 a 9,10 euro.
I costi più importanti
Come dicevamo il prelievo presso sportelli diversi dal proprio, è una delle voci che ha subito il rincaro più fastidioso. Dai canonici 2 euro si è passati a un media di 2,11 euro. Per fortuna sono invece rimasti invariati i costi per il CBill-PagoPa, il bonifico che si effettua presso la Pubblica Amministrazione.
- Bper (da 1,49 euro a 1,75);
- Crédit Agricole (da 0 a 0,75 euro);
- Unicredit (da 2,25 euro a 2,47).
Aumenti anche per il bonifico allo sportello, con Unicredit che si attesta come l’istituto di credito che ha applicato il più alto rincaro, 7,25 a 11,80 euro (+62%). Per fortuna c’è anche chi va in controtendenza, come Crédit Agricole, che invece è sceso da 8 a 6 euro.