Il titolo Juventus in borsa scende ai minimi da un mese sull’ennesimo aumento di capitale

Il titolo bianconero in borsa precipita sull'ennesimo possibile aumento di capitale della Juventus in pochi anni dopo i flop in campo.
2 settimane fa
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Verso nuovo aumento di capitale Juventus
Verso nuovo aumento di capitale Juventus © Licenza Creative Commons

Giornata pesante in borsa per il titolo bianconero in borsa, ieri. La discesa sotto 2,90 euro riporta le lancette indietro di oltre un mese e fa salire il segno meno rispetto ai massimi di inizio marzo ad oltre il 15%. E’ stata una giornata negativa per tutta la borsa italiana, anzi le borse mondiali sui timori per i dazi annunciati dall’amministrazione Trump dal 2 aprile, cioè domani. In realtà, c’è stata una specificità tutta negativa che si è sommata al trend generale. Il CDA della Juventus ha proposto un ennesimo aumento di capitale. L’importo minimo è stato fissato in 15 milioni di euro, già anticipato dal fondo Exor della famiglia Elkann-Agnelli.

Ma potrebbe salire a 114 milioni, il 10% della capitalizzazione in borsa della società prima dell’annuncio.

Bilancio soffre senza Champions League

Se la proposta sarà implementata nei prossimi mesi, si tratterà del quarto aumento di capitale in casa Juventus dal 2019. E gli azionisti in poco più di un quinquennio avranno messo mano al portafogli per oltre 1 miliardo. Una decisione tesa a rafforzare la situazione finanziaria del club, resa precaria dagli insuccessi in campo. La Vecchia Signora è uscita dalla Champions League, eliminata dal PSG. E’ fuori anche dalla Coppa Italia dopo la sconfitta contro l’Empoli. Non corre per lo scudetto e, anzi, rischia di mancare anche l’obiettivo Champions per la prossima stagione. Ancora quinta nella classifica di Serie A, è insidiata da squadre come Roma e Lazio.

Un bilancio più bianco che nero a otto gare dalla fine del campionato. Di positivo c’è il ritorno alla vittoria contro il Genoa con il nuovo allenatore Igor Tudor, subentrato all’esonerato Thiago Motta.

Ma l’aumento di capitale per la Juventus diverrebbe necessità senza gli introiti della Champions anche per il 2025/2026. C’è da dire che nel primo semestre di quest’anno la società era tornata finalmente all’utile per 16,9 milioni, dato che si confrontava con un maxi-rosso di 95,1 milioni nello stesso periodo della stagione passata. Nel frattempo, però, l’indebitamento finanziario netto è salito a 302,3 milioni. Ricordiamo che il bilancio al 30 giugno scorso segnava perdite per poco meno di 200 milioni, a fronte di ricavi scesi sotto 400 milioni dagli oltre 500 della stagione precedente.

Ipotesi Tether o ritorno di Andrea Agnelli

Il titolo bianconero è salito di molto in borsa negli ultimi mesi, spinto dall’ingresso nel capitale di Tether, la nota società di criptovalute. Con una partecipazione dell’8,2% (5,01% dei diritti di voto), si pone dietro solamente al 65,4% di Exor e poco davanti al fondo britannico Lindsell. Si specula che essa sia interessata a rilevare il club, malgrado le smentite della stessa società. E gira da qualche settimana una voce alternativa e, se vogliamo, persino più affascinante: il ritorno di Andrea Agnelli. Non come semplice presidente, carica da cui si dimise a fine 2022. Egli vorrebbe comprare la Juventus dal cugino John Elkann, con cui notoriamente non esiste buon feeling.

Ma pecunia non olet e, in fondo, l’operazione consentirebbe al presidente di Stellantis di uscire da un investimento in cui non sembra molto credere, senza esporsi alle voci critiche in Italia, vendendo a un membro della famiglia, storica proprietaria del club torinese. A dare una mano al nipote dell’Avvocato e figlio di Umberto sarebbe un “fondo inglese”, forse lo stesso Lindsell già terzo azionista.

Aumento di capitale Juventus affossa titolo bianconero

Le incertezze relative alla governance da un lato rendono il titolo bianconero appetibile sul piano speculativo, dall’altro alimentano le perplessità sul futuro societario. Un nuovo aumento di capitale per la Juventus arriverebbe a stagione conclusa, quando i dirigenti tirerebbero le somme sulla reale condizione finanziaria. Per Exor l’esborso complessivo si attesterebbe a quasi 75 milioni, cioè altri 60 milioni dopo quelli già versati. Tether spenderebbe quasi 9,5 milioni per mantenere invariata la propria quota. Al mercato non resterebbe che finanziare i restanti 38 milioni, escludendo la quota del fondo Lindsell. Spiccioli, ma che pesano dopo anni di bilanci in rosso e scarsi risultati in campo.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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