Nessuno pretendeva che le pensioni venissero aumentate a gennaio 2025 con le stesse percentuali del 2024 o del 2023. Tutti sapevano che l’inflazione è in calo e che gli aumenti elevati dell’ultimo biennio erano figli di una crisi economica da capogiro nata dopo la pandemia. Eppure, anche nelle previsioni più negative, le cifre di aumento che adesso andremo ad analizzare dopo l’uscita del decreto sono ancora più basse.
Aumento pensioni 2025, c’è il decreto, ecco le vere cifre di aumento
Si parlava di un tasso di inflazione dell’1,6% solo qualche mese fa.
Adesso, però, con il DM pubblicato in Gazzetta Ufficiale, le ipotesi sono diventate inutili perché abbiamo il tasso ufficiale di inflazione previsionale, che è quello che il governo ha deciso di far usare all’INPS nel 2025, a partire da gennaio prossimo, per rivalutare le pensioni e indicizzarle all’aumento del costo della vita.
Nessuna accusa al governo, naturalmente, e nemmeno all’ISTAT da cui nasce il tasso di inflazione a livello statistico. Se effettivamente l’aumento del costo della vita è minimo, e se il meccanismo di aumento delle pensioni è collegato all’inflazione, c’è poco da fare.
Il Decreto Ministeriale (Ministero del Lavoro e Ministero dell’Economia e delle Finanze insieme) del 15 novembre 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale numero 278 il 27 novembre 2024. E di fatto è in vigore. La notizia è che il tasso di rivalutazione provvisorio con cui verranno aumentate le pensioni dal 1° gennaio 2025 è pari allo 0,8%.
Pensioni minime poco più su del 2024, ecco i dati definitivi
In pratica, le pensioni minime 2025 passeranno da 598,61 euro al mese a 603,40 euro al mese. In attesa comunque che il governo, nella manovra di fine anno, confermi un aumento in più come nel 2024, che sarà pari però al 2,2% (nel 2024 era il 2,7%) solo sulle pensioni integrate al trattamento minimo.
Se poche settimane fa si parlava di un aumento di 3 euro al mese e i pensionati in piazza con la CGIL manifestarono il loro disappunto, non osiamo immaginare cosa succederà adesso, visto che si parla di ancora meno soldi di aumento.
Ecco come salgono gli importi dei trattamenti dopo il Decreto del Ministero del Lavoro e del Ministero di Economia e Finanze
Gli importi di tutte le pensioni, ogni inizio anno, si adeguano al tasso di inflazione, in modo da non fargli perdere il loro potere di acquisto.
Ogni anno, a gennaio, la rivalutazione è effettuata in via provvisoria in base ai dati ISTAT che però si fermano a settembre dell’anno precedente a quello dell’applicazione. Quindi, i dati ISTAT oggi sono confermati allo 0,8% da gennaio 2024 a settembre 2024.
Poi, se negli ultimi tre mesi il dato cambierà, a gennaio 2026 potrebbero arrivare i conguagli ai pensionati per la differente indicizzazione sopraggiunta. Al peggio però non c’è mai fine. Perché a gennaio 2024 il tasso previsionale fu del 5,4% e qualcuno credeva che a gennaio 2025 ci sarebbe stato il conguaglio per le motivazioni spiegate prima.
Invece pare che nel Decreto, e in base ai dati ISTAT, risulti che nulla è cambiato rispetto al 5,4% di inizio 2024. Quindi, a gennaio non solo ci saranno aumenti irrisori, ma non ci sarà nemmeno il solito conguaglio di inizio anno per la rivalutazione dell’anno precedente.
Ecco le cifre di aumento da gennaio 2025
Tornando agli aumenti, non tutti i pensionati godranno di incrementi pari allo 0,8%. Infatti, questa percentuale intera è applicata solo sulle pensioni fino a 3 volte il trattamento minimo.
Significa che una pensione superiore a 3 volte il trattamento minimo, per la parte eccedente i 1.800 euro circa, aumenterà dello 0,72%, mentre la parte superiore a 5 volte il minimo, e cioè sopra 3.000 euro circa, aumenterà dello 0,60%.
Una pensione da 1.000 euro del 2024 passa a 1.008 euro nel 2025. Una pensione 2024 da 1.200 euro al mese passa a 1.209,60 euro, una da 800 euro passa a 806,40 euro. Invece una pensione da 5.000 euro al mese passa a 5.035,40 euro al mese.
Probabilmente sono anche troppi perché si sente dire da tutti i mass media,da politici di destra e sinistra che i nonni mantengono i nipoti,quindi vuol dire che chi è in pensione ha meno esigenze e ne avanza anche.