Aumentano le pensioni minime a partire da ottobre, ma quali saranno i nuovi importi nel 2022? Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto Aiuti bis, in linea con il precedente decreto Aiuti, il Governo è intervenuto anche a favore degli assegni pensionistici. Cosa cambia, quindi, per i contribuenti?
Pensioni: gli aumenti previsti a ottobre
Gli importi degli assegni pensionistici saranno maggiori a ottobre a seguito dell’erogazione dei bonus approvati dall’Esecutivo. Si tratta, nello specifico, di aiuti destinati a contrastare la crisi nazionale e internazionale.
Già a giugno, il bonus 200 euro previsto dal decreto Aiuti è stato esteso ai soggetti beneficiari di trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria. Tra questi, pertanto, rientrano anche i titolari di:
- pensione o assegno sociale;
- pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti,;
- i titolari di trattamenti di accompagnamento alla pensione con decorrenza entro il 1° luglio 2022 (anziché entro il 30 giugno 2022).
A questa indennità, come previsto poi dal decreto Aiuti bis, si è aggiunto il bonus 150 euro, destinato a chi ha un reddito annuale inferiore a 20 mila euro (e quindi ai titolari delle pensioni minime).
Mentre i 200 euro sono stati accreditati ai pensionati prima dell’estate (in linea di massima entro giugno), per i 150 euro si dovrà attendere ottobre. Inoltre, il taglio del cuneo fiscale dell’1,2% comporterà un leggero aumento delle retribuzioni in generale, assegni pensionistici compresi.
All’importo minimo già percepito, quindi, vanno aggiunti i 150 euro del bonus e i soldi recuperati dallo sconto fiscale. Si tratta di circa 20 euro lordi in più al mese per le pensioni fino a mille euro e di una decina di euro per quelle fino a 500 euro.
Altri aumenti previsti a novembre
Per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione e sostenere il potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche, in via eccezionale, il decreto Aiuti bis ha disposto anche l’anticipazione al 1° novembre 2022 del conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021.
La perequazione delle pensioni è la rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici per adeguarli al costo della vita. Ha l’obiettivo di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni, mettendole al riparo, almeno in parte, dall’erosione dovuta all’inflazione. Si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati da:
- previdenza pubblica, ovvero dall’Inps;
- gestioni dei lavoratori autonomi e gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive.
La perequazione si applica inoltre alle pensioni dirette e a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta), indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.
Solitamente gli aumenti scattano ogni anno a gennaio, ma quelli del 2023 – vista la spinta inflazionistica – produrranno i loro effetti da novembre 2022.
Inoltre, nelle more dell’applicazione della percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022 con decorrenza 1° gennaio 2023, con riferimento al trattamento pensionistico lordo complessivo in pagamento per ciascuna delle mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2022, inclusa la tredicesima mensilità, è riconosciuto in via transitoria un incremento, limitatamente a tali mensilità, di 2 punti percentuali.