Lo scorso giovedì c’è stato un nuovo aumento dei tassi Bce di 25 punti base, il decimo consecutivo da luglio 2022. Il motivo per il quale è stata presa questa decisione è l’inflazione ancora troppo alta, ha spiegato Christine Lagarde. Lo scopo è quindi quello di riportare il tasso al 2% contro il 5,3% odierno anche se il percorso si prospetta abbastanza lungo.
La domanda che sorge spontanea è quindi la seguente: come reagiscono i prezzi dei BTP e dei buoni fruttiferi postali già collocati nel portafoglio degli investitori? E quelli che si devono, invece, sottoscrivere?
Qualunque sia la risposta, è utile ricordare sempre quello che diceva Peter Lynch “sappi cosa possiedi, e sappi perché lo possiedi”.
BTP come reagiscono alle decisioni della Banca Centrale Europea?
Di solito con l’aumento dei tassi Bce, le quotazioni dei BTP (brevi e lunghi) diminuiscono perché si devono adeguare ai nuovi tassi di riferimento. Significa che più basso è il prezzo del titolo, più alto è il rendimento che si riesce ad avere. Il Corriere della Sera Economia suggerisce, quindi, a chi ha un titolo in portafoglio con scadenza prossima, di conservarlo fino alla data naturale del rimborso. Anche se si ha un titolo con scadenza lontana, sarebbe meglio conservarlo in portafoglio perché venderlo adesso, significherebbe perdere denaro. Conservandolo, invece, si otterrà il valore nominale alla naturale scadenza.
Se si possiedono più nel dettaglio i BTP Italia e Valore che succede invece con l’inflazione che non accenna ad arretrare? Ebbene, i primi sono strettamente legati a quest’ultima mentre per i secondi non conta nulla (non incide infatti sul rendimento che resta stabile fino alla scadenza naturale del titolo in quanto è a tasso fisso sebbene abbia cedole crescenti).
Aumento tassi Bce: che fare con BTP e buoni fruttiferi postali in portafoglio o da acquistare?
Con l’aumento dei tassi Bce, ci saranno nuovi aggiornamenti dei buoni fruttiferi postali? Al momento in pentola non bolle nulla anche se è probabile che qualcosa nel breve tempo accadrà. Cassa Depositi e Prestiti, infatti, dopo l’aggiornamento dei tassi del 6 giugno ne ha effettuato un altro, sempre al rialzo, lo scorso 7 settembre.
Grazie a esso i rendimenti dei bfp 3×2 e 3×4 sono aumentati. I primi offrono, infatti, interessi annui lordi dell’1,25% dopo 3 anni e del 2,75% dopo 6 anni. Gli altri, invece, dell’1,25% dopo 3 anni, dell’1,75% dopo 6 anni, del 2,25% dopo 9 anni e del 3% dopo 12 anni. Per entrambi i titoli è possibile chiedere il rimborso quando si vuole. Il riconoscimento degli interessi, però, in tutte e due i casi, avviene solo dopo il primo triennio. Prima di tale periodo, infatti, si ha diritto solo alla restituzione del capitale investito.
Per effetto dell’aumento dei tassi della Bce ci si chiede se ci sarà una variazione dei rendimenti dei titoli in essere e la risposta è no. I tassi sono fissi e crescenti e già comunicati in fase di sottoscrizione del titolo.
Riassumendo…
1. Con l’aumento dei tassi Bce cosa succede ai BTP e ai buoni fruttiferi postali?
2. Di solito per i primi le quotazioni diminuiscono perché si devono adeguare ai nuovi tassi di riferimento di conseguenza più basso è il prezzo del titolo, più alto è il rendimento che si riesce a ottenere
3. Per i buoni fruttiferi postali l’aumento dei tassi Bce potrebbe significare un nuovo aumento dei rendimenti nel prossimo futuro come già avvenuto lo scorso 7 settembre.