Auto blu e scorte, sprechi a non finire: è la polizia a farne la spese

Si torna a parlare di auto blu e scorte per analizzare gli sprechi di un Paese il cui governo, quotidianamente, lamenta la mancanza di fondi. Oltre ai contribuenti, le esose spese per le auto blu e scorte a politici (e non solo) gravano sulla Polizia di Stato. Andiamo a vedere come.
11 anni fa
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Problemi di introiti? Perché invece di aumentare le tasse non si risolve una volta per tutte la questione delle auto blu e delle scorte? 225 servizi di scorta a Roma, tra magistrati, dirigenti, onorevoli e senatori. Anche ex. Come Fausto Bertinotti e Pierluigi Bersani. Lo rivela in un interessante video, l’inchiesta della trasmissione “La Gabbia” su La 7.  Si parla di auto blu, che sembra esulino dai normali diritti vigenti del Codice della Strada: soste nelle aree pedonali, così come nelle zone in cui le soste sono vietate, con tanto di apposito cartello ben visibile ed evidente.

Perfino il presidente dell’INPS Antonio Mastropasqua, perfino un conduttore televisivo come Bruno Vespa: e all’elenco si aggiungono gli ex presidenti del Consiglio e gli ex ministri, anche molto ex. 2.000 agenti di polizia impegnati nel servizio di scorta. Emiliano Dimitri, rappresentante SIAP, denuncia le problematiche che ruotano attorno al mondo della polizia. “I poliziotti vanno a piedi”. Non solo. Il blocco delle assunzioni ha invecchiato il corpo attivo di polizia oltre che aumentato il numero di straordinari. Le auto blu costano 1 miliardo e 50 milioni di euro all’anno, mentre per quanto riguarda il servizio “noleggio con conducente” le spese ammontano a 240 milioni di euro. Fatevi due conti e scoprirete che nel trienio 2009-2011, alla Polizia di Stato sono stati tagliati 1 miliardo e 166 milioni di fondi.   TI POTREBBE INTERESSARE Altre 400 Auto Blu. A cosa servono? I ministri non rispondono Sicilia: prosegue il taglio alle spese politiche. Auto blu da 450 a 13   Auto blu e scorte: la situazione all’estero In Austria, 3 anni fa, i politici sotto scorta erano solo 2: il presidente della Repubblica e il cancelliere federale. Altri numeri bassi si notano in Danimarca, Francia e Inghilterra. Sì, in Inghilterra, un Paese che certo non pecca in sicurezza. Negli Stati Uniti, la scorta permanente di diritto deve andare al Presidente e al Vicepresidente.
La Germania è un po’ più cara a livello di scorta, che deve essere affiancata al capo dello Stato, al presidente del Bundestag e ai ministri. E in Italia? C’è veramente di tutto.  

Auto blu e scorte in Italia: non solo politici

Politici e segretari di partito in carica e non: Mario Monti, Gianfranco Fini, Paolo Cirino Pomicino, Marcello Pera, Irene Pivetti. Perfino i giornalisti sono sotto scorta: il già citato Bruno Vespa, Emilio Fede, Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro. Addirittura i presidenti di squadre di calcio, come Claudio Lotito, e avvocati come Carlo Taormina (ma solo in qualità di ex deputato). Ex, appunto. E poi gli ex presidenti delle Regioni, come Renata Polverini e Raffaele Lombardo.  

Auto blu e scorte: è la polizia a farne le spese

Un’interessante inchiesta condotta l’anno scorso da Polizia e Democrazia, rivela come negli ultimi anni lo Stato abbia speso più di 120 milioni di euro per acquistare Bmw, Audi, Lancia, Alfa, Fiat e Subaru, di lusso e non. L’inchiesta fa il punto anche su un’altra questione, che risponde alla domanda che in molti di noi si porranno: perché gli “ex” hanno ancora la scorta? Si legge sul sito fondato da Franco Fedeli: “Sembrerebbe, infatti, che l’assegnazione della scorta avviene attraverso una valutazione della gravità del rischio e non v’è dubbio che, quando l’assegnazione avviene, una necessità esiste. Ma il vero problema riguarda la revoca, ovvero il momento in cui questo rischio cessa e si dovrebbe procedere all’interruzione del servizio, perché il pericolo non esiste più o perché la persona ha cambiato incarico. A questo punto sembra intervenire una specie di meccanismo di resistenza da parte della persona, così spesso si prosegue in un servizio che non ha più ragione di esistere”.

Mentre in Danimarca i ministri appena eletti si sono recati dalla Regina in bicicletta, attraversando indisturbati le piazze di Copenaghen, come scrive nell’articolo Emanuela Maisto (“Ovviamente l’avvenimento in Italia è stato ignorato dalle nostre televisioni”), in Italia i nostri ministri, in carica e non, si fanno accompagnare da gruppi di uomini di certo non sparuti, oltre che da una fila di auto blu blindate e non. Chi è a fare le spese di tutto questo spreco? La polizia, vituperata e mandata al macello durante le manifestazioni “pericolose”, incaricata di portare sicurezza con i pochi mezzi a disposizione. Il quotidiano “Il Tempo“, infatti, informa che a Roma, si notano Alfa 156 decrepite, Fiat Brava, Punto, Panda e Marea, a volte con i fari rotti, a volte con problemi alla marmitta. Vecchie e logore. E i poliziotti di 50 anni, come ha denunciato Emiliano Dimitri, sono costretti agli inseguimenti a piedi.  

Una BMW di lusso per la presidente della Camera

Tutto questo avviene mentre 2 settimane fa è rimbalzata su alcuni media la notizia che l’attuale presidente della Camera Laura Boldrini ha deciso di togliersi uno “sfizio” e scegliere come auto di servizio una BMW di lusso: ricordate quando in tempo di elezioni aveva rifiutato una berlina scegliendo una modestissima Lancia Delta? Ma, appunto, quello era tempo di elezioni. Oggi invece la Boldrini, a quanto riporta l’Espresso, avrà diritto alla lussuosa BMW non solo per tutto il tempo della legislatura, ma anche per le due legislature successive.

Auto blu e scorte: governo Letta aumenta le spese

E restando in tema, il governo Letta poco dopo le elezioni ha deciso di estendere la protezione a 21 ministri, portando il conto totale delle scorte a circa 255 milioni di euro l’anno. Dopotutto 2.000 macchine e 4.000 uomini hanno un costo piuttosto esoso, che pesa sulle tasche dei contribuenti e si fa sentire nei vari commissariati di polizia, soprattutto se si dà un’occhiata al parco auto, che in certi casi sembra uno sfasciacarrozze.

  E noi paghiamo…

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