Prima erano diventate quasi una moda, poi sono state duramente contestate e regolamentate dal primo Governo Conte e successivamente rivisitate per via di alcune direttive UE. Parliamo delle auto a targa straniera, di quelle che da tempo si vedono costantemente in circolazione in Italia. E che adesso con la stagione turistica in pieno atto, sono aumentate esponenzialmente. Per via di queste ripetute modifiche normative in un così breve lasso di tempo, molto chiedono una guida definitiva per capire cosa occorre fare.
Targhe straniere, la UE boccia i decreti Sicurezza
La domanda del nostro lettore ci consente di tornare a trattare l’argomento auto a targa estera dopo le ripetute modifiche alla normativa di riferimento. L’ultimo ritocco è entrato in vigore il primo febbraio 2022. E i chiarimenti si rendono necessari. Infatti con il primo Governo Conte, quello con guida giallo-verde (Movimento 5 Stelle e Lega ndr), l’allora titolare del Viminale, il Ministro dell’interno Matteo Salvini, fece molto discutere per una stretta imposta sulle auto immatricolate all’estero. Era diventata una autentica moda quella di utilizzare le immatricolazioni all’estero per auto di persone che risiedevano in Italia costantemente. Pagare meno tasse sull’ acquisto, sulla immatricolazione e sulla gestione di in veicolo, oppure, diventare invisibili ad autovelox e multe, erano i motivi della larga diffusione della prassi. E Salvini impose un drastico stop, salvo poi ricevere la bocciatura della UE che ha reputato contrario al sistema comunitario il blocco imposto dalla neo normativa nostrana.
Regole rigide anti furbetti delle targhe straniere
Per chi risultava residente in Italia da più di 60 giorni fu fatto divieto di usare auto a targa estera, a prescindere dalla proprietà dell’auto. Un cittadino straniero, che magari per motivi di lavoro era di sede in Italia, era costretto ad operare una scelta. O immatricolare di nuovo l’auto in Italia o riportare il veicolo al Paese di provenienza. Dallo scorso primo febbraio, dopo che la UE ritenne contrario alla libera circolazione di persone e capitali il contenuto normativo italiano, si corse ai ripari. Il termine a partire dal quale scattava l’obbligo di nuova immatricolazione dei veicoli in Italia diventò di tre mesi. In pratica un residente in Italia che utilizza un veicolo con targa straniera perché immatricolata all’estero, entro 90 giorni dal cambio di residenza doveva immatricolare da capo il veicolo in Italia.
Veicoli intestati a persone o società diverse dal conducente con targhe straniere
Se il veicolo non è di proprietà del residente in Italia però tutto cambia. E questa la situazione che più si avvicina al quesito del nostro lettore. Infatti, che sia di proprietà della moglie o di un altro soggetto non residente in Italia, anche soggetto giuridico, serve una determinata documentazione per la circolazione in Italia di un veicolo di questo genere. C’è un modo infatti per poter ovviare alla nuova immatricolazione. Si può circolare purché a bordo del veicolo il guidatore porti un particolare documento. Va ricordato che i tre mesi di tempo per immatricolare l’auto in Italia valgono anche per i cittadini che sono in attesa di ricevere la residenza in territorio italiano. Per chi invece non ha fatto questa richiesta ci sarà tempo per circolare in Italia col veicolo immatricolato all’estero per 12 mesi.
Occorre registrare l’auto al REVE
Per regolamentare i veicoli esteri in Italia sempre dal mese di febbraio scorso è stato reso operativo il REVE.