Le auto plug-in pagano il Bollo

Le ibride plug-in, come le altre auto a basso impatto ambientale, godono di un esonero parziale ma non perenne. Ma c'è un altro vantaggio.
1 anno fa
2 minuti di lettura
Addio al bollo auto nel 2025, queste auto non lo pagheranno più ma non c'è una legge nuova, dipende dall'età del veicolo.
Foto © Licenze Creative Commons

In base alle medesime leggi che ne prevedono il pagamento, in relazione al Bollo auto vengono disposti anche dei parametri di esonero. Solitamente legati alla natura del veicolo o all’età anagrafica del contribuente.

In quanto tassa di natura regionale, il Bollo può essere soggetto a provvedimenti ad hoc. A meno di disposizioni generali, quindi, a fronte di novità in vista è sempre consigliabile verificare il tutto presso la propria amministrazione, così da evitare di scambiare lucciole per lanterne. Tuttavia, alcune norme di esenzione vengono applicate a prescindere dal territorio di residenza.

Questo significa che, in alcune circostanze, il Bollo auto gode di alcune forme di agevolazione comuni, quindi equiparate al netto di interventi specifici. Ad esempio, le cosiddette auto storiche, quindi con un’immatricolazione da trenta o più anni, non saranno soggette a tassazione. Un esonero disposto allo scopo di tutelare il patrimonio storico-culturale che tali auto rappresentano.

Diverso il caso delle auto alimentate a energia elettrica. Tali veicoli, considerando il loro costo elevato e, al contempo, il minore impatto sull’ambiente, rientrano in una particolare forma di agevolazione, che consente di essere esonerati dal Bollo per un periodo di cinque anni dalla loro immatricolazione. Non solo. Alla scadenza del lustro, la tassa sarà comunque ridotta rispetto a quella ordinaria, nella misura del 75%. Un vantaggio notevole che, tuttavia, per ora compensa solo in minima parte la spesa ingente per l’acquisto di un veicolo simile. Capitolo a parte per le auto ibride plug-in, anch’esse facenti parte dei mezzi a basso impatto ambientale.

Auto plug-in e Bollo auto: cosa dice la normativa

Di norma, si parla di auto ibrida quando il veicolo beneficia di una doppia alimentazione. Molto spesso, la prima consente all’auto di muoversi con un carburante tradizionale, per poi passare a un carburante meno impattante, perlopiù energia elettrica.

Le ibride tradizionali dispongono di un normale motore termico, necessario al loro funzionamento e, più nello specifico, al caricamento della batteria. Viceversa, le plug-in possono essere collegate a una semplice presa di corrente per accumulare energia. Entrambe, chiaramente, fanno parte dei veicoli ritenuti a impatto ambientale minimo e, in particolare le plug-in, consentono ai proprietari di risparmiare sul Bollo auto. L’obiettivo, evidentemente, è favorire l’acquisto di auto parzialmente o totalmente sgravate dal fattore inquinante del carburante tradizionale. In tutti i casi, è possibile calcolare autonomamente l’importo del bollo auto.

Le altre esenzioni

Come detto, però, il problema risiede nei costi. Allo stesso modo di quanto avviene per dispositivi che sfruttano energia pulita, a frenare i consumatori è il dispendio necessario (e immediato) per il loro acquisto. Anche perché, pur a fronte di un risparmio concreto, sia per un pannello solare quanto per un’auto ibrida o elettrica, questo verrebbe dilazionato nel tempo attraverso un minor consumo. E, nel primo caso, dal pagamento di una bolletta più esigua. Del resto, il Bollo auto prevede anche altre categorie di esenzione. Ad esempio le auto intestate a persone con disabilità o ai loro familiari. E lo stesso vale per le auto cosiddette “a uso speciale”, come ambulanze e mezzi delle Forze dell’ordine o della sicurezza, che contribuiscano allo svolgimento di attività di pubblica utilità.

Riassumendo…

  • Anche le auto elettriche e ibride plug-in prevedono il pagamento del Bollo auto ma con una particolare agevolazione;
  • entrambe consentono un esonero per un periodo di cinque anni e, successivamente, un importo significativamente ridotto;
  • l’obiettivo è favorirne l’acquisto in virtù della salvaguardia ambientale. Resta però il problema dei costi.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

contributi pensione
Articolo precedente

Annullamento stralcio contributi, l’INPS corregge il tiro per alcuni

Grecia batte Italia su spread
Articolo seguente

Sette ragioni per cui la Grecia sta battendo l’Italia sullo spread